Lungi da me voler fare un pezzo politicamente scorretto, ma in fin dei conti la figura della donna nella storia dell’arte ha avuto un ruolo spesso passivo. Sembra proprio un paradosso visto il genere del sostantivo Arte.
É triste pensare che la donna, relegata a ruoli secondari, non avesse granchè modo di esprimere il suo estro artistico, a meno che non si trattasse di ricami o merletti.
Infatti nonostante esistano diverse artiste del passato a contraddire questa affermazione, e parliamo di artiste di alto calibro, le più grandi figure che si conoscano in campo artistico sono per lo più maschili. Considerate queste cose non è da trascurare comunque il fatto che la donna abbia svolto un ruolo non di poca importanza, poiché ha rappresentato una delle fonti di ispirazione più grandi di tutti i tempi, a partire dai più antichi, al punto che possiamo anche affermare che l’arte senza la donna si ritrova a mancare di uno dei soggetti principali; se poi consideriamo anche che molte figure sacre sono femminili ci rendiamo conto che è veramente una delle tematiche-chiave in campo artistico.
Il corpo nudo, soprattutto quello femminile, è certamente un altro dei temi su cui gli artisti si cimentarono -e tuttora si cimentano- largamente anche come materia di studio accademico; secondo dei canoni estetici più o meno accettati si va dicendo che questo sia giustificato dal fatto che esso sia armonico e sinuoso più di quello maschile.
Nel corso del tempo migliaia di critici hanno esaminato la figura della donna nei vari movimenti che si sono susseguiti osservando come ogni movimento veda la donna in modo differente, talvolta distorto al punto da renderla irriconoscibile, esaltandone gli aspetti più disparati. Per quanto riguarda i Paesi Mediterranei c’è da considerare la grande diversità che esiste tra le loro culture e di conseguenza la concezione della donna, su cui sarebbe necessario aprire una vasta parentesi. É quindi ovvio che un artista libico potrebbe concentrare la sua attenzione su dettagli che magari un artista spagnolo o greco non cura poiché per lui sono meno importanti.
Ma sto inconsciamente parlando al maschile, perchè purtroppo l’impostazione di pensiero in fatto d’arte è unilaterale. Perchè non parlare di Donne che disegnano le Donne?
Le ricerche sul web hanno fornito molti nomi su cui concentrare l’attenzione, in tutto il mondo, ma purtroppo il materiale a disposizione per parlare d’arte femminile specificatamente nel Mediterraneo era veramente ristretto, ma soprattutto poco consistente.
Tuttavia la mia attenzione è stata catturata dai lavori di una giovane artista turca, Ceylan Insel, che ho pensato di contattare per avere delle informazioni più approfondite sulla sua arte. Lei, entusiasta della mia richiesta, mi ha raccontato in una mail di sé, quali sono gli elementi che la influenzano maggiormente, e vista la ricorrenza del corpo femminile nelle sue opere, quale è il concetto di donna secondo il suo pensiero artistico e in che modo esso si tramuta in opera d’arte. La sua ispirazione nasce dalla vita di tutti i giorni, dalle persone che incontra e nelle quali si proietta: questo è probabilmente il primo motivo per cui predilige raffigurare donne.
Ma ciò che la spinge a rappresentare le Donne è qualcosa di molto più profondo.
Essendo nata in Turchia (anche se afferma di aver girovagato per molti paesi, al punto da sentirsi un lato di sé un po’ zingaro), Ceylan è ben consapevole del ruolo che ha la donna nel contesto familiare, come in molti paesi mediterranei. É un pilastro portante. D’altra parte però riconosce che essa non ha mai avuto la totale libertà di esprimere il proprio pensiero, come dicevo in apertura, o comunque di vivere come voleva, a prescindere dalle responsabilità e dai pregiudizi della società.
Ceylan Insel crede fermamente che la vita è unica e ogni donna dovrebbe essere libera di sentirsi tale senza nessuna esitazione o copertura di superficie.
É per questo motivo che spesso le Donne di Ceylan sono nude: sono un simbolo di libertà ed istinto, prive di vestiti, involucri simbolo delle ristrettezze che spesso la società impone alla donna ed ai suoi sentimenti. Sentimenti senz’altro variegati, come traspare dalle caratteristiche cromatiche -elemento essenziale per l’artista-, che si raccordano tra pittura tradizionale a olio, grafica manuale (l’uso dell’inchiostro o del carboncino) e digitale (con l’inserimento tramite Photoshop di key-words, parole chiave che interpretano concetti su cui l’artista vuole focalizzare).
Nelle sue opere si può chiaramente notare quanto siano disparate le fonti che influenzano e ispirano l’artista: sono luoghi, persone, elementi della sua terra e tematiche mistiche (dalle quali è molto affascinata, come ad esempio la ricorrenza delle figure angeliche, che sono sempre Donne). Sembra voler ricordare con un’opera molti momenti della sua vita, o della vita altrui.
Ceylan vede l’arte come un mezzo privo di limiti per esprimere qualsiasi emozione: è infatti anche scrittrice ed ha recentemente pubblicato “Heaven in 6.5 inch Square”: è un libro in cui si susseguono 29 short-stories, in cui i vari protagonisti seguono la propria strada per ricercare il loro Paradiso: sono brevi racconti in cui ognuno di noi può rispecchiarsi. in cui ha creato personalmente le illustrazioni, dal momento che le idee per le storie sono nate proprio da una serie Donne da lei disegnate, che rappresentano ognuna un concetto in cui Ceylan crede fermamente.
Attualmente sta lavorando alla creazione di una nuova serie di personaggi che saranno i protagonisti di un nuovo libro, in cui saranno raccontati frammenti delle loro vite. Sarà un testo basato sulla città di Istanbul ed altri paesi, che sia un cocktail di culture occidentali ed orientali.
Il suo sito internet , benchè dotato di una biografia molto breve -limitata alle sue sole esperienze di studio e di lavoro- fornisce un buon numero dei suoi lavori, che attirano l’attenzione in quanto ricchi di colore e impregnati di molteplici influenze, lavori che consentono a tutti gli effetti di ricordare a ognuno che anche le donne ben sanno la loro in fatto d’arte.