L’accanimento dell’esercito israeliano contro la popolazione civile dei territori è ormai chiara a tutto il mondo. Al netto della strage del 7 ottobre da parte di Hamas, uccidendo in modo gratuito e a sangue freddo circa 1200 persone, nella striscia di Gaza si sono superate le 22 mila vittime. Israele ha un’assoluta, e inedita, necessità di dimostrare al mondo la legittimità di questa guerra totale al popolo palestinese, per questo ha accettato di presentarsi davanti alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia per difendersi dalle accuse gravissime e circostanziate di genocidio, inviate al tribunale dal Sudafrica per la guerra nella Striscia di Gaza, ma che coinvolge anche i territori.
Tra gli effetti collaterali, e totalmente inutili allo scopo, di questa ricerca al terrorista da parte dell’esercito israeliano, c’è la violenza contro gli artisti, uomini e donne che lavorano nel mondo della cultura: giornalisti, scrittori, editori, attori. Numerosi attori hanno già perso la vita a Gaza, così come ormai circa 100 giornalisti e 60 artisti. 10 case editrici e 23 centri culturali, musei e biblioteche, innumerevoli edifici storici, chiese secolari e moschee, ridotte in macerie dalle bombe. Un’intera cultura viene spazzata via.
Pubblichiamo integralmente un appello alle compagnie teatrali di tutto il mondo, da recitare prima dell’inizio degli spettacoli.
Cari artisti, danzatori attori teatranti del mondo dell’arte non possiamo più rimanere in silenzio e non possiamo esimerci da una responsabilità collettiva, mentre le voci palestinesi a Gaza e ora in Cisgiordania vengono sistematicamente uccise, eliminate fisicamente, o messe a tacere e la cultura e il patrimonio palestinese vengono distrutti. Chiediamo la vostra collaborazione e il vostro aiuto. Il Come, è molto semplice: potete condividere questo messaggio con il vostro pubblico prima di andare in scena. Come farlo dipende da voi. L’opzione migliore è se potete leggerlo prima dell’inizio dello spettacolo, dal palco o in sala, ma potete anche stamparlo e appenderlo in sala o distribuirlo al vostro pubblico.
Fate quello che potete, dove potete, non lasciate che l’impotenza diventi indifferenza, che la frustrazione diventi non-azione e complicità. siamo solidali con i nostri amici e colleghi in Palestina.
Dichiarazione da leggere prima degli spettacoli: “Caro pubblico, vorremmo prenderci un momento per condividere con voi un messaggio su un prezioso teatro sotto attacco, su un luogo di cultura e pace importante per tutti noi.
La mattina di mercoledì 13 dicembre – insieme a un centinaio di altri residenti di Jenin – i leader del Freedom Theatre sono stati arrestati e imprigionati e il teatro più famoso della Palestina* è stato vandalizzato. Jenin si trova in Cisgiordania, vicino a Ramallah.
Numerosi attori hanno già perso la vita a Gaza, così come ormai circa 100 giornalisti e 60 artisti. 10 case editrici e 23 centri culturali, musei e biblioteche, innumerevoli edifici storici, chiese secolari e moschee, ridotte in macerie dalle bombe.
Un’intera cultura viene spazzata via.
Abbiamo una voce, abbiamo un palcoscenico, non verremo arrestati se usiamo la nostra voce.. per gridare contro il GENOCIDIO che continua inesorabile davanti ai nostri occhi a inaugurare il nuovo anno . Noi artisti possediamo un grande strumento di denuncia, il teatro da cui e attraverso il quale poter urlare il nostro dissenso contro l’ingiustizia e la disumanità.
Non renderemo giustizia a tutto ciò se restassimo in silenzio stasera su Gaza, su Jenin, sulla Palestina, e se non usassimo questa luce che ci illumina e questo palco per dare voce alla nostra rabbia, al nostro sgomento per il disastro umanitario che sta avvenendo davanti ai nostri occhi.
Solo allora potremo andare in scena per voi oggi…
Grazie da parte del:
Teatro Al Harah, del Teatro Ashtar, della Theatre Day Productions, del Freedom Theatre e del resto della piattaforma per le arti dello spettacolo palestinese.
Liesbeth Coltof,
Carly Everaert,
Marijn Lems,
Laura van Dolron,
Nan van Houte
e altri membri di TheatervoorGaza