Sarroch (ITALIA)
Nuovi sguardi e piccole storie che raccontano la realtà del mondo, tra temi sociali, viaggi introspettivi o di grande attualità, raccontate anche quest’anno da tanti diversi punti di vista a Sarroch, nel ‘puntodivista film festival 2010’.
Si è conclusa la terza edizione del “puntodivista film festival”, la rassegna di sei giorni che dal 20 al 25 luglio 2010 ha dedicato al cinema e ai cortometraggi di respiro internazionale, un simbiotico connubio tra le varie arti, con una speciale attenzione al rapporto tra film e musica. Un grande successo confermato dalla presenza di un pubblico numeroso e appassionato di circa cinquecento persone ogni sera.
Organizzato dal Comune di Sarroch – Assessorato alla promozione del Territorio, curato nella direzione artistica dal regista Romano Usai in collaborazione con Art’In e con il patrocinio della Regione Sardegna, il festival ha rivolto ancora una volta una speciale attenzione ai cortometraggi in concorso pervenuti da tutta Italia ed Europa (circa 250 lavori), alla scoperta di talenti, nuove ‘visioni’ e piccole storie dal mondo, tra temi sociali, viaggi introspettivi o di grande attualità, raccontate da infiniti diversi punti di vista.
Il Premio per il Miglior Film nella sezione cortometraggi è andato a “Gamba Trista” di Francesco Filippi di San Lazzaro di Lavena, Bologna, regista già noto al puntodivista film festival per la sua opera “Home” presentata lo scorso anno.
“Gamba Trista”, è un cortometraggio d’animazione in salsa bolognese, capace di divertire i bambini e affascinare gli adulti. Un film per chi ama il sole e crede nella felicità, frutto di una grande passione per i cartoons che ha catturato il regista emiliano sin da bambino e che ha comportato per la sua realizzazione un anno di lavoro e una pila di disegni di almeno un metro da terra, come ha riportato Raffaele Curcio, l’amico che ha ritirato il premio al posto dell’autore, impossibilitato a presenziare alla premiazione. Il cortometraggio è stato premiato dalla giuria “Per la qualità del linguaggio cinematografico articolato nella tecnica dell’animazione, per l’originalità del soggetto, per la sensibilità dimostrata verso le tematiche di interesse sociale”.
A consegnargli il premio il Sindaco di Sarroch Mauro Cois e l’attrice e produttrice Ida Di Benedetto.
Alla presenza dell’Assessore alle Attività Produttive Angelo Dessì e del Sindaco Mauro Cois sono stati premiati anche gli altri cortometraggi:
Miglior Montaggio “Oggi gira così” di Sidney Sibilia per la capacità dimostrata nell’imprimere ritmo e coordinamento generale al cortometraggio; Premio Miglior Soggetto, ex equo a: “Così come sono” di Daniele Santonicola, un progetto realizzato dagli studenti del liceo scientifico-classico “Don Carlo la Mura” di Angri (SA) guidato dalla responsabile del progetto Cinema Cristina Ferrigno, e “Il pomodoro” dell’autore siciliano Alessio Angelico; entrambi premiati per la scelta ironica e originale del soggetto, sapientemente articolato nel complesso del cortometraggio; Premio Miglior Regia: “Io sono qui” del regista sassarese Mario Piredda per la capacità dimostrata nella direzione degli attori, nel coordinamento delle differenti componenti del linguaggio cinematografico e per le scelte di ambientazione.
Per la sezione Cortospot Speciale la giuria ha consegnato il primo premio a “K-conjog – the charter II” di Francesco Lettieri, per la particolare sensibilità dimostrata verso un tema di interesse sociale, trattato con suspense ed ironia; il secondo premio a “Il pennarello d’oro” di Nicola Sorcinelli, per l’equilibrio nel trattare un tema particolarmente delicato con un sapiente uso del linguaggio audio visuale; terzo premio a “Entra in azione anche tu” del regista Paolo Carboni, per l’efficacia del messaggio conseguito, grazie alla elaborazione del soggetto appropriatamente ambientato.
E ancora, sempre nella sezione Cortometraggi la commissione artistica composta da Italo Moscati (regista, scrittore), Aurelio Grimaldi (regista), Dario Evola (docente Accademia Belle Arti – Roma – membro Società Italiana Estetica), Salvatore Bonafede (musicista),Guendalina Zampagni (regista); Francesca Piraccini – (gestore cinema Eliseo di Cesena e Dir. Artistico programmazioni d’essai ), Pippo Ciliberto (dir. della fotografia), Gianni Coscia (compositore), Romano Usai (direttore artistico puntodivistafilmfestival – regista) ha assegnato il premio per la Miglior Colonna Sonora all’opera “Rossa Super” di Paolo Geremei per l’equilibrio fra il ritmo delle immagini e una particolare tensione narrativa, calibrati anche nei silenzi; Premio per la Miglior Fotografia a “He – Helieum” di Giuseppe Schettino per il gusto nell’usare la luce dando alle immagini drammaticità ed emozione con gli appropriati toni; e infine segnalazione della giuria per “Mai così….. vicini” di Emanuele Ruggiero per la capacità dimostrata nella realizzazione di un cortometraggio originale, con un ironico surrealismo.
Gran finale tra film e musica con “I film che ci hanno dato la vita”, interessanti riflessioni e divagazioni filmiche condotte da Dario Evola, Docente di Estetica e Membro del Consiglio Accademico Accademia di Belle Arti di Roma e Membro della Società Italiana d’Estetica, accompagnato dalla musica dal vivo del pianista jazz tra i più stimati nella scena internazionale, Salvatore Bonafede, sulle dolci note dell’arpista Marcella Carboni. Evola è partito dalla domanda: “Cosa significa salvare la vita? Significa darci un punto di vista. Un punto di vista che può restituire tre cose importanti: la poesia, l’amore, la libertà. Ci sono tanti film che ci hanno fatto questo regalo” – come ha spiegato ieri sera nella sua introduzione. Una interessante analisi della vita attraverso i film e in particolare su cinque spezzoni di film, capisaldi della storia del cinema come “L’Atalante” di Jean Vigo del 1934, “L’Uomo con la macchina da presa” del regista sovietico Dziga Vertov del 1929, “Les Quatre Cents Coups” Del regista francese Francois Truffaut del ’59, “Blow up” di Michelangelo Antonioni (’66), e infine “Dillinger è morto” di Marco Ferreri del 1969. Punti di vista che hanno lasciato il segno nella storia del cinema e dato un punto di riferimento per orientarsi nella complessa realtà e forse per poter riuscire a intravedere cosa c’è oltre quello che non ci è dato di vedere. Un viaggio nel grande gioco della seduzione, dell’amore, nel vuoto e nel pieno, o nell’acqua, dove tutto è possibile, persino veder apparire ciò che non esiste, tra le immagini più poetiche e più visionarie della storia del cinema: un inno alla creatività, alla visione.
Il mondo diventa un’altra cosa grazie al cinema; il gioco tra l’iride, la macchina e l’occhio umano, un cineocchio, il cui sguardo è controllato da un’altra macchina, e un altro sguardo ancora, un gioco di matrioske, una sorpresa continua. La macchina da presa come oggetto che porta aldilà dell’uomo e che apre dei punti di vista inediti. Osservare il fascino della metropoli negli sguardi dell’elemento meccanico che si sposa e si ritrova nel corpo, nella corporeità, nella sessualità, il cinema che si rivela nel suo gioco di sguardi legati tra loro, inquadrature che sorprendono, tra la magia stessa dell’artificio, che racconta il cinema visto da dentro, ma è anche l’occhio che allo stesso tempo svela e si rivela. La MdP alla scoperta della città, della vita che pulsa con gli “occhi sgranati” sulla metropoli, la fuga verso la libertà, tutti in fondo siamo dentro lo sguardo problematico del ragazzo di Truffaut. Attraverso questi cinque film Evola ha evidenziato una realtà compulsiva e vuota dell’immagine, come la vita che scorre e che non si comprende più, cinema che racconta la desertificazione dei sentimenti, l’alienazione dei rapporti umani, l’apoteosi della perdita delle immagini, ma anche rivelazione della realtà assoluta attraverso la scomposizione di qualsiasi immagine.
In chiusura la musica del pianista jazz tra i più stimati nella scena internazionale, Salvatore Bonafede, insieme al grande fisarmonicista Gianni Coscia, che per le sei serate hanno accompagnato le intriganti “incursioni corsare” a zonzo tra grande cinema, musica e canto nel progetto “Cinema ???? che inCanto !!!. di Rossella Faa, cantante tra le più apprezzate dell’isola e dell’attrice Manuela Loddo, sulle dolci note dell’arpista Marcella Carboni.
Incursioni corsare che hanno proposto con grande professionalità un inedito filo conduttore ironico tra le tematiche proposte al festival attraverso le bizzarre ricognizioni storiche delle due bravissime protagoniste raccontando, tra canto e recitazione, un’accattivante e insolito punto di vista tra i film che hanno segnato la storia del cinema.
‘Puntodivista film festival’ ha dedicato le sei giornate ai musicisti e ai registi ospiti prestigiosi di Sarroch. Con loro, i film a tema: si è partiti con l’omaggio a Fiorenzo Serra il 20 luglio un progetto dedicato al ricordo del grande regista e documentarista sardo, diretto da Mauro Palmas. Un omaggio che lo ha visto protagonista nella prima nazionale “cinema e lavoro – l’Italia della ricostruzione”, una suite in viaggio tra film e musica prodotta dal festival in collaborazione con la Società Umanitaria e la Cineteca Sarda e Elenaledda Vox, da un’idea di Mauro Palmas per la regia di Romano Usai, insieme all’ensemble di musicisti di spicco come lo stesso Palmas (mandole), Ana Karina Rossi (voce), Maurizio Geri (voce e chitarra), Damiano Puliti (violoncello), Marcello Peghin (chitarre), Rachele Colombo (percussioni), Silvano Lobina (basso). Un omaggio all’opera documentativa degli anni ’50 e ’60 di Fiorenzo Serra attraverso una ricostruzione/montaggio che vuole conservare la grande forza suggestiva caratteristica dell’opera del maestro. Dal boom della ricostruzione degli anni ’50 e ’60 ci si è spostati il giorno dopo verso le tematiche dell’emigrazione, tema tanto caro al grande regista, scrittore e critico Italo Moscati, che lo ha affrontato la sera del 21 luglio attraverso la sua opera “Occhi sgranati” – partenze, arrivi e terre promesse”, un’opera di ricostruzione breve e spettacolare delle tappe dell’emigrazione italiana all’estero fra Novecento e il nuovo secolo. Un grande film-documentario che racconta i giorni della ricostruzione, in cui l’Italia era diventata un terra promessa per migliaia di uomini e di donne che in tutti i modi cercavano di approdare nella penisola. Il giorno dopo, il 22 luglio, la terza serata dedicata alle donne con un’altra opera di Moscati “Donne & Donne”, scritta, diretta e sceneggiata da lui, ospite d’eccezione della terza edizione del festival. Un’opera che racconta con profonda sensibilità una storia delle donne. Le donne che hanno contato nel mondo e nella storia e le donne che hanno avuto altre vite, altre carriere, altri destini più anonimi e nascosti.
Dalle donne ai “ragazzi di vita” di Pasolini e alla sua straordinaria esistenza, nella quarta serata, tutta dedicata al grande poeta e scrittore, la cui scomparsa ancora oggi lascia molte perplessità. Ed è proprio Silvio Parrello a risollevare la polvere e a far scattare una nuova inchiesta sulle cause più discusse della morte di Pasolini, il 23 luglio a Sarroch, nel progetto insieme a Giuseppe Lorin; un omaggio dedicato a Pierpaolo che coincide con la richiesta di riapertura del Caso Pasolini sui fatti che lo hanno visto mira di un complotto politico, fino al suo tragico omicidio. Si sono ascoltate in questa occasione così le testimonianze e le verità di Silvio Parrello, denominato “er pecetto” nel romanzo “Ragazzi di Vita” di Pier Paolo Pasolini che, dopo anni di chiusura è riuscito a farsi sentire dagli organi preposti. La serata, condotta da Giuseppe Lorin, (giornalista, attore, psicologo, regista, autore del Manuale di Dizione con prefazione di Corrado Calabrò e contributi di Dacia Maraini), ha visto citare le poesie pasoliniane da Michela Zanarella e posto sicuramente molti dubbi sulla morte dell’autore, accompagnata da proiezioni di frame di alcuni film di Pier Paolo, elaborati da Alessio Salustri, come: Accattone, Mamma Roma, La Ricotta, Il Vangelo Secondo Matteo, e l’intervista di Enzo Biagi a Pier Paolo del 1975. Le note del violino di Alessandra Cocco hanno accompaganto questi momenti di alta emotività. Il quinto appuntamento ha navigato tra le “note di cinema” divagazioni tra film e… sulle discrezioni musicali di Aurelio Grimaldi e Guendalina Zampagni con gli interventi del critico Alessandro Cadoni, accompagnati da Giacomo Deiana (chitarra) e Nicola Cossu (contrabbasso). E proprio nei giorni del festival i due registi hanno ricevuto la bella notizia di essere tra i finalisti del Premio Solinas. Sul filo conduttore dedicato a Pasolini, Grimaldi ha proposto un interessante contributo alle sue opere e insieme all’attrice e produttrice Ida Di Benedetto un’analisi sulle problematiche del cinema oggi.
Grande successo ha avuto inoltre la parentesi “Riflessioni digestive”, l’angolo confidenziale dedicato in chiusura di serata alle chiacchere tra artisti e pubblico, davanti a un gustoso buffet con ottime degustazioni tradizionali a base di cibi genuini locali offerte gratuitamente al pubblico dal Comune di Sarroch che ha accolto e raccolto tutti i partecipanti entusiasti.
Una bella soddisfazione per il direttore artistico Romano Usai, l’amministrazione comunale e gli organizzatori dell’associazione Art’In, che già predispongono il terreno per la prossima edizione come anticipato ufficiosamente dal sindaco Mauro Cois. Una rassegna da riproporre annualmente per valorizzare le bellezze del territorio, fucina di fermento culturale e di grandi potenzialità per lo sviluppo del settore turistico in grado di veicolare ad ampio raggio l’immagine di Sarroch e di tutta l’area che non è solo industriale, ma soprattutto archeologica. Come afferma Romano Usai, direttore artistico: “Puntodivista film festival non è solo grande vetrina cinematografica ma anche laboratorio attivo, aperto all’innovazione e alla sperimentazione di nuovi linguaggi, alla scoperta di talenti e nuove ‘visioni’. I risultati sono stati ottimi rispetto come nelle scorse edizioni, le tematiche affrontate molto importanti e soprattutto molto apprezzate dal pubblico, temi a sfondo sociale che hanno visto come comune denominatore il cinema, quale strumento fondamentale di racconto di vita e di denuncia: cinema e lavoro, cinema e società, l’Italia della emigrazione, storie di donne, cinema e vita, note di cinema, e infine due straordinari omaggi: il primo dedicato al grande documentarista sardo Fiorenzo Serra e l’altro al poeta, scrittore e regista Pier Paolo Pasolini. Grande affluenza di pubblico anche quest’anno, che ha gradito tantissimo la splendida cornice di Villa Siotto e l’accoglienza del paese. Molti si sono già prenotati per la prossima edizione. Per l’anno prossimo l’idea è quella di riproporre lo stesso format che ritengo assolutamente vincente, tra laboratori, cinema, proiezione dei film, relazioni tra le arti e il cinema, teatro e musica, e sicuramente una finestra sarà dedicata al viaggio archeologico, vorremmo raccontare i sassi della Sardegna, un viaggio attraverso l’archeologia. C’è anche un ipotesi di un possibile gemellaggio con altri festival del Mediterraneo a parte quello già consolidato con la Grecia.”
L’appuntamento con il “puntodivista film festival” è fissato per l’anno prossimo con la quarta edizione, alla ricerca di nuovi sguardi e nuove prospettive tra i colori e le suggestive tonalità in b/n del Mediterraneo.