Nicola Caputo e Patuanelli con Mosaico per Procida
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Quel che è accaduto a Mosaico per Procida alla 54^ edizione del Vinitaly è qualcosa di spettacolare e fuori da ogni possibile schema. Non poteva essere diversamente in effetti, anche perché la nostra redazione ha già avuto modo di raccontare i tratti più distintivi di questo progetto decisamente complesso, articolato e sostenibile, seguendone gli sviluppi fin dal principio, e che di seguito proviamo a riassumere.

È il primo vino celebrativo dedicato ad una capitale della cultura.

È il primo vinaggio mai tentato prima al mondo con un numero consistente di masse vinicole così diverse tra loro.

È il primo vino di sintesi territoriale, infatti contempla tutti i principali distretti vitivinicoli della Campania ed in pratica tutti i vitigni a bacca bianca di questa regione.

È il vino che ha ottenuto più patrocini morali tra enti pubblici ed associazioni di settore.

È il primo vino ad essere frutto di un progetto di altissima auto-sostenibilità, infatti ad oggi non sono stati stanziati fondi o finanziamenti e, addirittura, Identità Mediterranea ha donato 3000€ al comune di Procida, iscrivendo l’isola di fatto nell’elenco delle Città del Vino.

È il primo vino celebrativo al mondo ad essere certificato in blockchain, grazie alla Blazon Social Job Community.

È il primo vino a nascere da un progetto spontaneo, non finalizzato al marketing, a mettere assieme ben 26 cantine, cinque aziende specializzate nel packaging, cinque produttori di eccellenze agroalimentari ed oltre sedici ristoranti rinomati per la loro arte gastronomica, improntata sulla materia prima e sulla Cucina Campana.

È il vino celebrativo che segue linearmente la singolarità, l’innovazione enologica e la capacità di emozionare, tratti distintivi del pensiero e dell’operato di Roberto Cipresso su cui si fonda il concetto di vino universale.

È il vino che, secondo Gaetano Cataldo, restituisce la produzione vitivinicola ad attività umana anzitutto e non preliminarmente ad attività economica. Secondo il fondatore di Identità Mediterranea infatti, dal tragico 1986 si è arrivati sì fortunatamente al Rinascimento del Vino, ma senza passare però attraverso l’Umanesimo del Vino, un’epoca che dovrebbe bandire comunicazione e storytelling a stampo, eventi finalizzati a sé stessi e che depauperano il valore umano, la creatività, il senso di appartenenza territoriale, la capacità di sognare, la generosità, la passione, i sentimenti genuini e l’intelligenza collettiva, che invece sono gli elementi caratterizzanti ed i pilastri su cui si fonda Mosaico per Procida.

È il vino che si è creato dal nulla, potremmo persino dire coerente al pensiero di Giordano Brunonon è la materia che genera il pensiero, è il pensiero che genera la materia. E adesso lo sanno anche i parassiti che infestano il settore vitivinicolo più che quelli che la natura ha voluto infestassero le vigne.

È il vino che, a partire dal 1 settembre ad oggi, è stato raccontato attraverso oltre duecento articoli, tra blog, webzine e testate giornalistiche, raccontato in radio ed anche all’estero: in Francia grazie alla Belbo SugheriDiam Bouchage ed in Lussemburgo grazie a Mario Notaroberto. Sostiene Salvatore Di Scala che una cassetta di Mosaico per Procida sarà donata da lui stesso per favorire la beneficenza attraverso march of dimes negli Stati Uniti.

Ma torniamo al Vinitaly 2022. Cos’è successo a Mosaico per Procida?

Era praticamente presente in tre padiglioni ed in circa trenta postazioni diverse: infatti tra il padiglione Toscana in cui Identità Mediterranea ha investito, grazie al contributo di alcune delle 26 cantine partner, per essere presente allo stand di Roberto Cipresso, il padiglione Marche e il padiglione Campania, la bottiglia celebrativa ha fatto bella mostra di sé praticamente ovunque tra le cantine e le associazioni partner del progetto.

Il flusso di visitatori è stato decisamente molto attratto da Mosaico per Procida, sia per la singolarità dell’etichetta, raffigurante “inCanto diVino” di Carolina Albano, che per l’unicità del progetto, su cui molteplici sarebbero gli spunti di riflessione da fare, a partire da ciò che viene oggettivamente finanziato e promosso di valido da ciò che non lo è.

Gaetano Cataldo ha personalmente consegnato i magnum di Mosaico per Procida all’Associazione Nazionale delle Donne del Vino ed al presidente Donatella Cinelli Colombini, all’Associazione Italiana Sommelier ed al presidente Antonello Maietta ed all’Associazione delle Città del Vino oltre che al presidente Angelo Radica, creando quindi una connessione tra quest’ultima e la Locanda del Terzo Settore in cui operano i ragazzi del Centimetro Zero, in vista di Divinamente Abili organizzata dal dott. Marco Razzano, coordinatore delle Città del Vino in Campania.

Insomma la bottiglia celebrativa è stata decisamente apprezzata da esperti, scettici ed amanti del vino, mettendo tutti d’accordo sulla singolarità del vinaggio e sulle qualità organolettiche di un vino che, per quanto somma di diverse masse enologiche, dimostra di avere una sua propria identità.

Nel padiglione Campania non c’era un’area provinciale in cui non fosse presente Mosaico per Procida, difficile visto che la maggior parte delle 26 cantine partner esponevano al Vinitaly, ed un magnum è stato consegnato, sempre dal fondatore di Identità Mediterranea a Nicola Caputo, assessore alle Politiche Agricole della Regione Campania, in presenza del ministro Stefano Patuanelli.

Le donazioni di Mosaico per Procida hanno visto l’attribuzione del magnum anche alla nostra Mediterranea Online, media sponsor di questo progetto, consegnato nelle mani del dott. Mariano Murru, enologo delle cantine Argiolas, di Luca Gardini, miglior sommelier al mondo del 2010, e del famoso chef Gianfranco Vissani. Presenti gli esponenti della Belbo Sugheri, Michele Melzini e Ciriaco Palmariello per la LGS Group.

Grazie al contributo dell’Associazione Italiana Sommelier ed al Club Amici del Sigaro Toscano si è tenuta, proprio presso lo stand degli esperti del fumo lento, un’analisi sensoriale di Mosaico per Procida condotta magistralmente dai celebri sommelier Tommaso Luongo e Marco Starace, rispettivamente delegato AIS Napoli e catador de cigarro.

È evidente il fatto che Mosaico per Procida sia diventato un progetto mediaticamente proiettato su scala nazionale e si spera che i suoi valori possano diventare un reale esempio su come comunicare il vino ed il territorio, oltre che a confidare possa essere replicabile.

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