Cagliari (ITALIA)
Una lieve brezza marina spirava lunedì sera sul chiostro del Lazzaretto di Cagliari offrendo un po’ di ristoro al numeroso pubblico che attendeva di assistere alla magia della musica, all’incontro della tradizione classica, il pianoforte di Romeo Scaccia, con le sonorità balcaniche della Kocani Orkestar.
Il Borgo di S. Elia, con le sue contraddizioni e il fascino di quartiere popolare, e il Lazzaretto, splendida porta sul Mediterraneo, un tempo luogo destinato al ricovero in quarantena di uomini, merci e animali provenienti da paesi lontani e potenziali portatori di malattie, hanno costituito la cornice ideale per la fusione di note, culture e lingue in una calda sera di fine estate.
In questo scenario per vocazione multiculturale, crocevia di genti e merci, si è svolto un concerto coinvolgente che ha visto la popolarissima fanfara macedone duettare con il maestro Scaccia, creando un’irresistibile simbiosi tra musica classica e balcanica, sonorità jazz ed etniche.
Più di due ore di musica filate via in un battito di ciglia durante le quali i confini tra generi sono parsi impercettibili e l’unica protagonista della serata è stata la musica in tutte le sue declinazioni.
Il tema della “Toccata e fuga” di Bach si è fuso con la musica tzigana, la commovente “Non potho reposare”, perla della tradizione sarda, è stata reinterpretata in salsa balcanica e anche in questa veste ha strappato un applauso caloroso al pubblico.
C’è stato spazio anche per un tributo a Fabrizio De Andrè con una strepitosa versione strumentale de “Il Bombarolo”, certamente non il pezzo più famoso del cantautore genovese, ma perfetto per la reinterpretazione della fanfara macedone.
Il concerto si è chiuso con una delle perfomance più popolari di Romeo Scaccia, la fusione di due brani celeberrimi della musica classica: “Il volo del calabrone” di Rimsky-Korsakov e la “Marcia turca” di Mozart. Un connubio affascinante fin dall’esecuzione solista di Scaccia, ma che in questa occasione, arricchito dai fiati e dal ritmo impresso dalla Kocani Orkestar, ha lasciato senza fiato il pubblico.
Ufficialmente il concerto sul palco è terminato sulle note di Rimsky-Korsakov e Mozart, ma la brass band macedone è poi scesa e ha suonato ancora tra la gente, evocando le atmosfere di una festa paesana o di un matrimonio tzigano, costringendo il pubblico a muoversi al ritmo dei Balcani. Musiche dalle radici lontane, ma rese più vicine dalla lieve brezza marina e dalla magia di una calda sera d’estate.