Share

Simone Perotti e il suo progetto Dialoghi Mediterranei sabato 11 e domenica 12 febbraio 2023 a Catania

Di Susanna Lavazza

“Non farei mai parte di un’associazione che ha tra i suoi soci uno come me” . Cita Woody Allen lo scrittore-marinaio Simone Perotti, giunto al 18esimo libro, best seller con Adesso basta, lasciare il lavoro e cambiare vita.

Lui l’ha fatto. Ex capo della comunicazione del Gruppo RCS, trasferitosi in un piccolo borgo in Liguria poi su un’isola in Grecia, ha percorso 23 mila miglia con la barca a vela Mediterranea e creato una community di oltre 20.000 persone che lo seguono, in mare o durante la navigazione su Internet. Simone cita anche Pericle, Marco Aurelio, Moore, i Presocratici. Perché ama la storia, la letteratura, ma in particolare la filosofia. A tal punto da aver lanciato la sua nuova sfida. Creare dal vivo un simposio “un seminario, per la precisione – spiega Perotti – dall’etimologia della parola latina ‘serere’: gettare, spargere”. Nascono così i Dialoghi Mediterranei che si inaugurano a Catania sabato 11 febbraio e durano un paio di giorni, tra Palazzo della Cultura e Palazzo Biscari.
All’appello hanno risposto in 350, anche dall’estero, ma circa 200 non potranno partecipare perché le adesioni (in soli tre giorni in cui è stato possibile registrarsi) hanno superato di gran lunga la capienza. E le aspettative. Di cosa si parlerà? Non solo di Mar Mediterraneo. Anzi, soprattutto di chi siamo, dove andiamo e da dove veniamo.

Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? di Paul Gauguin

Mentre il marinaio-scrittore Simone racconta la sua nuova rotta, viene in mente il famoso quadro di Gauguin. Quanto siamo lontani da quel Paradiso? A dicembre, quando era a Cagliari per presentare il suo ultimo libro (L’altra via, costruirsi da soli una casa, progettare per tutti una nuova vita), Perotti ha raccontato questo nuovo corso, in cui il comandante sta con i piedi per terra e inzia facendo fare a tutti il punto nave. “Il tema è incontrarsi dopo tanti anni di community virtuale e parlare delle nostre identità. Vedersi, toccarsi, sentirsi. Non so se ne nascerà un’associazione o no. L’importante è l’inseminarsi di idee. Cambiare la relazione con gli altri e il mondo. Avere il coraggio di affrontare la complessità, di porsi dei quesiti esistenziali e tamponare la decadenza di un’epoca. Le epoche decadono soprattutto per l’assenza di domande…”.

I Dialoghi Mediterranei potrebbero diventare appuntamenti annuali in diverse città che si affacciano sul Mare Nostrum. Il sogno recondito è che il nostro mare riprenda ad essere una culla di civiltà, pace, rispetto. Ma quello si ascrive all’utopia. E comunque se ne parlerà dopo.

Leave a comment.