ASARP organizza assemblea pubblica per fermare il progetto di ridimensionamento dei servizi di salute mentale in Sardegna.
Un incontro aperto a tutti per affrontare il problema del ridimensionamento dei servizi territoriali di salute mentale in Sardegna: si terrà giovedì 20 febbraio alle ore 16.00 l’assemblea pubblica organizzata dall’ASARP (Associazione Sarda per l’Attuazione della Riforma Psichiatrica), nella sede regionale in Via Romagna 16 presso la Cittadella della Salute Padiglione E a Cagliari.
Familiari e utilizzatori dei servizi di salute mentale rivendicano il diritto di avere servizi diffusi sul territorio, con risorse professionali e finanziarie necessarie, e di poter accedere a percorsi di cura orientati alla ripresa attraverso progetti individualizzati in linea con i principi cardine della riabilitazione/abilitazione (abitare, reddito, inclusione sociale) e secondo i bisogni reali di ciascuno. L’incontro nasce dall’esigenza delle parti sociali, delle organizzazioni di familiari e degli utenti di un confronto con le istituzioni, dalla necessità di ottenere delle risposte politiche e organizzative su tematiche che riguardano la violazione di norme e diritti costituzionalmente riconosciuti che non investono solo utilizzatori dei servizi di salute mentale e familiari, ma anche operatori, che hanno il diritto di lavorare in sicurezza all’interno di una organizzazione del servizio funzionale e con le risorse necessarie.
Le criticità presenti nel sistema di salute mentale e più volte segnalate alle istituzioni dall’ASARP «non sono ulteriormente sopportabili dalle famiglie e dalle persone che vivono la condizione della sofferenza mentale» sostiene Gisella Trincas, presidente regionale dell’ASARP e presidente nazionale dell’UNASAM. «Sembra che i Dipartimenti di Salute Mentale e l’attuale Commissario dell’ATS Sardegna stiano procedendo nella realizzazione del “piano di ristrutturazione” già deciso dalla precedente giunta regionale e dal Direttore Generale dell’ATS Sardegna Dott. Moirano. Piano già contenstato dalla nostra Organizzazione perché, anziché potenziare i servizi territoriali di salute mentale con risorse finanziarie e di personale e con politiche orientate a processi di inclusione sociale e percorsi realmente riabilitativi ed emancipativi che rispondano ai bisogni reali dei cittadini, di fatto riduce il numero dei Centri di Salute Mentale e dei SPDC accorpandoli e accentrandone le funzioni. Tale scelta – conclude la presidente Trincas – non condivisibile, è in contrasto con i Progetti Obiettivo Nazionali Salute Mentale che definiscono gli ambiti territoriali di riferimento e i bacini di utenza, le competenze specifiche di ciascun servizio, orientandoli verso percorsi individuali abilitativi».
L’assemblea è aperta alla partecipazione di tutti: cittadinanza, operatori, dirigenti dei servizi, politici, amministratori. È una questione che riguarda tutti, nessuno escluso.
L’Associazione Sarda per l’Attuazione della Riforma Psichiatrica (A.S.A.R.P.) si è costituita a Cagliari nel 1986 con lo scopo di promuovere la piena attuazione della Legge di Riforma Psichiatrica n°180/78 e di Riforma Sanitaria n°833/78 con la chiusura degli Ospedali Psichiatrici e la creazione dei servizi territoriali previsti dalle leggi di riforma. Nello stesso anno, l’ASARP insieme ad altre 7 organizzazioni impegnate sugli stessi obiettivi in diverse regioni d’Italia, costituisce il Coordinamento Nazionale Salute Mentale. Questo è stato il primo movimento di familiari a schierarsi apertamente e con coraggio in difesa della riforma, al fianco di tanti operatori della salute mentale impegnati nelle prime sperimentazioni territoriali. In Sardegna l’ASARP, negli anni, ha fondato due cooperative sociali e una Associazione Onlus (ASARP CASAMATTA) che gestisce la prima Comunità Alloggio a dimensione familiare in cui abitano, dal 1995, persone con sofferenza mentale. Per il progetto di Casamatta, l’ASARP si è aggiudicata nel 1999 il Premio Nazionale Solidarietà istituito dalla FIVOL. In questi anni l’ASARP è impegnata fortemente nella difesa dei diritti umani e di cittadinanza delle persone che vivono l’esperienza della sofferenza mentale, contro qualunque forma di pratica coercitiva, nella lotta per il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, per una salute mentale di comunità come raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
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