Intervista ad Amos Cardia fondatore di SardiniaBiking
Il vento suona in Sardegna una musica che non ho mai sentito altrove. Note che vengono da lontano, che provengono dall’orizzonte, si mescolano con il suono della terra, delle tradizioni che scendono dalle montagne. Vento che trascina per chilometri il profumo del mirto e del sale. Vento che riempie il naso dell’odore inconfondibile dell’elicriso e della camomilla selvatica che cresce forte su spiagge ambrate. E con la musica del vento nelle orecchie, pedalando tra dune, natura selvaggia, scogli d’arenaria, nuraghi e antiche rovine, cercando di fotografare con gli occhi il blu intenso del mare che dipinge incantevoli spiagge di quarzo bianco ci si perde e ci si innamora di tanta bellezza.
La Sardegna può essere scoperta in tanti modi diversi, per esempio in bicicletta. La bici può essere un ottimo strumento per conoscere, visitare e scoprire il paesaggio, l’arte, le tradizioni eno-gastronomiche, la storia, la cultura e la tecnologia di questa ricchissima regione. Nei giorni scorsi, anche la Regione ha dato segnale di interesse per questa forma di turismo sostenibile. Duemilasettecento chilometri di piste e otto milioni di euro di investimento dal Piano infrastrutture, sono i numeri presentati a fine giugno ai Comuni e alle associazioni di settore dagli assessori dei Lavori pubblici e del Turismo, Artigianato sul progetto della rete ciclabile sarda. “Il progetto individua le sedi dei percorsi, tutti con bassa intensità di traffico e di alto valore paesaggistico. Strade comunali, provinciali e campestri, ferrovie dismesse e centri urbani rappresentano la gran parte degli itinerari. Si aggiungono i sentieri gestiti dall’Ente foreste, le tratte di servizio dei canali irrigui e quelle proposte dagli enti locali e dalle associazioni”.
Sull’argomento abbiamo intervistato l’esperto del settore Amos Cardia.
Chi sei e di cosa ti occupi?
Mi chiamo Amos Cardia, ho quarant’anni e sono sardo. Sono il titolare dell’impresa SardiniaBiking (www.sardiniabiking.com), nata per raccogliere e mettere a sistema un’esperienza ultradecennale nel campo del cicloturismo e della mountain bike in Sardegna e non solo. L’attività prevalente è il servizio guida per escursioni e per tour di più giorni, seguito dalla consulenza a enti pubblici e a soggetti privati per l’organizzazione di attività sportive e di promozione del territorio, fino alla pubblicazione di guide e mappe per gli editori di settore.
Perchè hai deciso di occuparti di turismo in bicicletta in Sardegna?
Per dieci anni ho fatto un altro lavoro, ovvero il consulente per la promozione del bilinguismo italiano-sardo e per la diffusione della conoscenza della storia e della geografia della Sardegna. Nei periodi di minore impegno già svolgevo servizio di guida in mountain bike per altre imprese, quindi, quando ho voluto cambiare lavoro, è risultato naturale dedicarmi a tempo pieno al cicloturismo, alla mountain bike e al trekking, forte anche della conoscenza della Sardegna derivante dal precedente lavoro.
Quali sono le potenzialità di questo sport e del territorio sardo?
La bici consente di praticare esercizio fisico e contemporaneamente esplorare e conoscere un territorio, il cicloturismo e la mountain bike sono attività relativamente poco dispendiose e possono essere praticate anche in autonomia, adattandole alle proprie esigenze in una infinità di soluzioni. Per questa loro versatilità credo che il mercato possa crescere ancora, anche in Sardegna. Ci sono numerosi elementi favorevoli, come il clima mite, la bassa densità di popolazione (pedalare per ore senza incontrare anima viva rende quasi sempre la giornata speciale e affascinante), la compresenza di ambienti naturali diversi, che porta a una grande varietà di paesaggi, e tanti altri.
Quali sono gli ostacoli contro i quali ti devi scontrare? E quali sono i problemi che potrebbero interessare il turista in bicicletta in Sardegna?
Finora tutto è stato lasciato quasi sempre alla singola iniziativa delle imprese, che devono creare per proprio conto l’attrattività internazionale della Sardegna. Niente di male, se non fosse che in altre regioni e in altri Stati l’amministrazione pubblica crea un richiamo internazionale a proprio favore, con grandi e fruttuosi investimenti di sistema, definiti in modo coordinato con le imprese di settore, che certo non possono essere richiesti alle singole imprese private, neanche se associate.
Il turista in bicicletta in Sardegna, se si muove in autonomia, può andare incontro a vari problemi, come ovunque, a partire dal fatto che la popolazione locale – anche quella impiegata nelle agenzie di trasporti – conosce poco e pratica ancora meno le lingue straniere. Per questa ragione è sempre auspicabile avvalersi di una guida, se non per l’accompagnamento fisico almeno per la consulenza e la reperibilità in caso di bisogno.
Esistono organizzazioni, strutture e associazioni che lavorano con il turismo in bicicletta?
Sì, sono numerose, in relazione alla popolazione complessiva della Sardegna (un milione e seicentomila abitanti) ma se consideriamo quelle che producono reddito per tutto l’anno per almeno una persona, probabilmente non arriviamo a dieci soggetti. Siamo ancora alla prima generazione, con le imprese più anziane che sono nate all’inizio degli anni Duemila. Pur avendo alcune una grande capacità tecnica, derivante dalla professionalità di certi operatori che si sono formati in un duro percorso da autodidatti, perché non esisteva altra possibilità, in generale scontiamo un ritardo di decenni. Queste iniziative sarebbero dovute partire non negli anni Duemila ma negli anni Settanta, come avvenuto da altre parti.
È stato presentato a Cagliari un progetto di realizzazione di una rete ciclabile regionale. Cosa ne pensi di questa notizia?
Penso che sia un’ottima occasione, sembra andare in controtendenza rispetto a quanto avvenuto finora, vedremo alla prova dei fatti come si concretizza. Le intenzioni sono buone, io stesso ho partecipato alla prima fase di consultazione degli operatori, ma è la realizzazione pratica e i risultanti conseguenti che contano. Se noi operatori di settori saremo incessantemente coinvolti fino alla fine, con un reale recepimento delle nostre istanze e con una reale mobilitazione sui mercati internazionali, ci sono ottime probabilità che si arrivi al successo. Altrimenti, se tutto si risolvesse nell’assegnazione dei lavori a soggetti che hanno un approccio da impresa edile, per nulla interessati al fatto che poi i percorsi siano effettivamente frequentati, allora sarebbe tutto più difficile.
Secondo te i sardi sono pronti ad accogliere questa nuova tipologia di turista?
Gli operatori del ricettivo, seppure, in generale, non siano ancora formati e strutturati per far fruttare al massimo la domanda crescente rappresentata dai cicloturisti, reagiscono positivamente alle novità e fanno il possibile per la soddisfazione del cliente, che si accorge e apprezza la buona volontà. Poi, come ovunque, ci sono gli operatori che non hanno ancora capito che il tempo dei soldi facili è finito, che la cura del cliente non sanno (e non vogliono sapere) neanche cosa sia, ma sarà il tempo a eliminarli. Per questo, ripeto, chi vuole andare sul sicuro fa bene ad affidarsi a una guida che conosce e seleziona le offerte del mercato locale.
Perchè la Sardegna merita di essere vissuta e visitata in bicicletta?
Dicevamo del clima mite, della bassa densità di popolazione (che si concretizza in un basso flusso di traffico automobilistico, anche nelle strade asfaltate), della compresenza di ambienti naturali diversi e della grande varietà di paesaggi. Aggiungo la facilità nel trovare cibi genuini di produzione locale, nel trovarsi immersi nella vita del territorio, costituita da attività ed espressioni culturali caratteristiche, che in vario modo resistono alla globalizzazione. Basterebbe questo, il resto aggiungetelo voi dopo averlo sperimentato in prima persona sui pedali. Le emozioni non mancheranno.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Allargare l’offerta con tour cicloturistici. Al momento il sito contiene la più vasta offerta sul mercato di escursioni e tour in mountain bike, ma poco di cicloturistico, ossia di tour su strade asfaltate secondarie, accessibili anche a chi non ha una preparazione sportiva specifica. Entro un anno conto di strutturare e pubblicare numerosi di questi tour in varie parti della Sardegna, che ho in parte già realizzato e testato in occasione di alcune richieste in passato.
Qual è il percorso, lo spot che preferisci?
Tutti i percorsi del catalogo di SardiniaBiking, altrimenti non sarebbero lì! In una ipotetica classifica entrano in gioco mille fattori, attinenti anche al proprio vissuto, a vicende personale vissute in certi luoghi, che aspettano soltanto di essere raccontate al cliente. Dipende da ciò che voglio fare al momento, se tecnica, o fondo, bosco, o prateria, mare, o cime… In Sardegna ce n’è per tutti i gusti, anche partendo in bici da casa, senza bisogno di alcun transfer.