A pochi chilometri da Cagliari, nella costa sud-occidentale della Sardegna, a due passi dalle bellissime spiagge di Pula e Domus de Maria e a ridosso dei rilievi montuosi del Sulcis, si estende un parco naturale di 160 ettari fra lecci, sugheri, pini, corbezzoli e arbusti della macchia-foresta. Come da una Avalon mediterranea, fra volpi, cervi e daini e il frullare d’ali dell’aquila e del gheppio, emergono dalla verde cornice gli edifici che accolgono i laboratori e le apparecchiature del Parco Scientifico e Tecnologico della Sardegna, gestito da Sardegna Ricerche, agenzia regionale che promuove il trasferimento tecnologico dalla ricerca alle imprese, e la sede del CRS4.
Il Parco tecnologico, inaugurato nel 2003 a Pula (in località Piscinamanna e a Porto Conte – Capo Caccia, in località Tramariglio), si evidenzia come campo comune in cui i risultati della ricerca incontrano il mondo dell’impresa per essere trasformati in prodotti e servizi innovativi con un valore appetibile per il mercato, ecco perché sono parte attiva del parco anche svariate imprese e centri di ricerca (40 a Pula e 17 ad Alghero-Porto Conte – clicca qui).
Uno degli strumenti con cui Sardegna Ricerche aiuta le imprese sarde a fare innovazione è proprio il Parco tecnologico. Gli altri servizi sono integrati in una Rete di sportelli, attivi 365 giorni all’anno, che offre consulenza specialistica e aiuti alle imprese in settori che spaziano dalla proprietà intellettuale all’utilizzo delle energie rinnovabili, passando per la partecipazione agli appalti pubblici, la creazione di una start-up e i programmi di ricerca dell’Unione Europea (Horizon 2020). Le attività degli sportelli, unite a una biblioteca scientifica dotata di un ampio patrimonio librario e documentale e di una sezione divulgativa, intendono porsi come validi strumenti per favorire l’incontro fra domanda e offerta nel campo dell’innovazione.
Il parco ospita anche il FabLab di Sardegna Ricerche, primo laboratorio di fabbricazione digitale dell’Isola in cui, a partire da un disegno tridimensionale, gli artigiani digitali (makers) possono riprodurre qualsiasi tipo di oggetto o invenzione. Dal contesto del parco sono nate aziende come Karalit, che ha sviluppato un sistema fortemente innovativo per i calcoli di fluidodinamica, Paraimpu, costituitasi come start-up grazie a un finanziamento di Sardegna Ricerche, che permette di collegare gli oggetti della casa a Internet. Invece, fra le aziende insediate al parco, Nice, che si occupa della gestione e l’ottimizzazione delle risorse di calcolo, e Gexcel srl, spin off dell’Università degli Studi di Brescia che sviluppa software per la gestione dei dati rilevati con laser scanner 3D.
Ogni anno Sardegna Ricerche, in collaborazione con l’Assessorato regionale della Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, si occupa dell’organizzazione di Sinnova, il salone dell’innovazione in Sardegna, l’immancabile appuntamento in cui l’innovazione tecnologica, complici le istituzioni, le università, i centri di ricerca e le imprese, assurge a ruolo di protagonista assoluta. L’edizione del 2015 (clicca qui) ha visto la partecipazione di 130 imprese, con 17 workshop, la presentazione, da parte dell’Assessorato regionale della Programmazione, della S3 (Smart Specialisation Strategy) e l’attivazione di un efficace sistema di comunicazione e divulgazione capace di smuovere l’opinione pubblica.
Il CRS4, Centro di Ricerca fondato nel 1990 (in cui le 4 S stanno per Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna), vanta come primo presidente il Premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia e si delinea come centro di ricerca interdisciplinare per lo studio e l’attivazione di «soluzioni innovative a problemi provenienti da ambienti naturali sociali e industriali».
Ha contribuito in maniera significativa allo sviluppo di Internet in Italia e opera nel settore dei big data, del calcolo computazionale abilitante, della biomedicina, della biotecnologia e del visual computing. Nel 2014, il gruppo Visual Computing (ViC) ha messo a punto, in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici delle province di Cagliari e Oristano, un progetto che ha permesso di esplorare in modalità 3D i colossi nuragici di Mont’e Prama utilizzando oltre 6200 scansioni laser e oltre 4000 fotografie a luce controllata.
Quando si parla di Sardegna Ricerche e di CRS4 non ci si deve stupire che archeologia e innovazione collaborino, e nemmeno che mercato, impresa, occupazione e ricerca possano spesso felicemente incontrarsi. Basta passeggiare nella Avalon dell’innovazione, pochi chilometri da Cagliari, per capire che l’idea di futuro ha un cuore verde.
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