Alberoni - Lecci - Di Monte
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“Scende la notte”:  Un intrigante dietro le quinte che integra la vicenda di un gruppo di coppie giovani in una città della provincia pugliese

Due romanzi, quattro mani, «personaggi indimenticabili». Così, definiti da Francesco Alberoni, che ha firmato la prefazione del primo. E due psicogialli utilizzati per svelare i meccanismi della vera indagine. Che non è poliziesca, ma antropologica, filosofica e, non da ultimo, sentimentale.

Un terzo titolo in arrivo ma che indugia perché, ormai gli autori non lo nascondono, si tratta di storie che nascono da un vivace dibattito e che proprio nel dualismo uomo-donna trovano la formula alchemica che li contraddistingue come griffe.

Claudio Lecci e Mariella Di Monte sono gli autori di  “Se Stasera viene il mare”, premio Alda Merini 2020, e “Lascia che piova”, entrambi usciti per i tipi di Claudio Grenzi editore, fiore all’occhiello dell’editoria pugliese, e che hanno avuto il contributo di due artisti, il lucerino Giuseppe Petrilli ed il foggiano Ubaldo Urbano per le copertine.

Il primo attraversa le ambasce di una personalità multipolare, distonica e sofferente per un amore dissimulato e approfittatore, e perviene al superamento della patologia attraverso la invincibile formula della consapevolezza che si miscela con l’accettazione, dopo il dramma di un lutto assurdo, che cancella la speranza di un nuovo percorso.

La seconda storia racconta di una indagine nel mondo dell’ambiguità, del cinico sistema della corruzione sessuale, della vendetta e del mondo giudiziario.

Entrambi i libri hanno per protagonista un investigatore atipico che cerca le soluzioni oltre i confini della razionalità, e donne contraddittorie e affascinanti, divise tra sentimenti e opportunismi di varia natura. Due storie che si leggono in modo autonomo, anche se il secondo è, in qualche modo, una prosecuzione del primo.

Mediterraneaonline.eu ha chiesto a Mariella Di Monte una possibile anticipazione sul terzo titolo

“Tre anni fa non avrei pensato che un ritrovarsi fatale  avrebbe riacceso in me l’antica passione per la scrittura, che già da ragazza mi procurò riconoscimenti e premi e che, gli studi prima e la professione poi, mi avevano fatto mettere da parte, forse perché non avevo ancora maturità e preparazione necessaria per puntarci davvero o, più semplicemente, per mancanza di sufficiente autostima. Quando ho ritrovato su Facebook Claudio, che conoscevo come dirigente della squadra mobile foggiana, abbiamo iniziato a scherzare a margine dei rispettivi post e gli ho chiesto perché, vista l’evidente passione anche sua per il racconto, non si desse a scrivere romanzi, ora che aveva il tempo per farlo.

– Potremmo farlo insieme, che dici?

Ed eccoci qua, in dirittura di arrivo per il terzo (romanzo, ndr).

Perché, “Scende la notte” è una creatura che prende forma di ora in ora e che mi sta avvincendo moltissimo. Anche volendo, sarebbe difficile raccontare la nostra tecnica narrativa a quattro mani, che poi sono due, anzi tre: Claudio usa solo la mano destra sulla tastiera, io tutte e due. Diciamo che non abbiamo uno schema fisso, salvo il confronto tra un uomo e una donna di fronte ai temi di sempre, tra i quali abbiamo scelto quelli che ci accomunano per interesse, anzi per passione: la verità, la giustizia, l’amore malato, l’ambiguità, il pensiero divergente. Insomma, stringendo: il mistero dell’uomo e della donna, la specularità imperfetta e complementare.”

Claudio Lecci aggiunge…

“Ho quattordici anni in più di Mariella e un percorso professionale e familiare diverso. Mi fa bene avere un punto di riferimento per capire che rotta sta seguendo la mia vita, spesso ubriacata dalle vicende umane degli altri che fino a qualche anno fa galleggiavano nella memoria, specialmente di sera. La pittura aveva fino a tre anni fa preso tutto il mio tempo libero, lasciando inascoltata l’esortazione di Pasquale Soccio, e mi accorgo ora della grande funzione liberatoria e terapeutica della scrittura. Con questo terzo romanzo, in particolare, mi sto liberando anche delle frustrazioni accumulate in anni di vano inseguimento della Giustizia, pago di cercare almeno la verità. Il mio mestiere di commissario di polizia mi costrinse, da giovane uomo, ad indossare una corazza che spesso mi piegava sotto il suo peso. Si decise che la maggiore età andava individuata a ventuno anni perché è allora che il fisico raggiunge una strutturazione idonea alla battaglia, dopo aver indossato la corazza, appunto. Solo successivamente, quando si è restituita alla mente la supremazia sul corpo, si è stabilito che si diventa maggiorenni a diciotto. Ebbene, spero di restare minorenne ancora per molto tempo, però conservando la forza di sopportazione di un quasi settantenne, cioè un anziano, uno che si vorrebbe vaccinare prima degli altri, siccome a rischio, laddove il vero rischio lo corre l’inesperto, colui che non ha visto da vicino le cattiverie di cui sono capaci uomini e donne. Soprattutto quando non si interrogano sulle vere priorità, scambiandole con la ricerca dell’effimero, e quando, per difetto di sostanza, insistono nel rincorrere le apparenze.”

Perché “Scende la notte” si annuncia come un sequel del fortunato avvio dell’attività della coppia letteraria Lecci-Di Monte, un questore e  una funzionaria della Giustizia. Un racconto ambientato nel mondo del vino, ma soprattutto del disinvolto erotismo contemporaneo occidentale, che è poi quello di un’antichità solo apparentemente lontana, quando i cristiani  si nascondevano a pregare nelle catacombe e i ricchi romani si  trastullavano  allegramente tra matrone, ancelle e imberbi anche adolescenti. Il commissario Nacci viene modellato ulteriormente rispetto alle forme accennate nei primi due romanzi e gli autori raccontano un intrigante dietro le quinte che integra la vicenda di un gruppo di coppie giovani in una città della provincia pugliese.

Di Mariella Di Monte, Scrittrice

(Revisione di Ines Macchiarola– ines.macchiarola@pecgiornalisti.it)

Info

1 – https://www.sestaseravieneilmare.it/

2 – https://www.lasciachepiova.it/

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