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Il progetto Mosaico per Procida è diventato ormai realtà grazie al celebre winemaker Roberto Cipresso, Gaetano Cataldo, enogastronomo compassato e nostro autore, che ne coordina l’evoluzione mediante Identità Mediterranea e, più di ogni altra cosa, le oltre 25 cantine che hanno fieramente risposto alla chiamata da tutte le aree ed i distretti vinicoli della Campania per unirsi idealmente in un grandissimo abbraccio attorno alla splendida isola che è diventata Capitale Italiana della Cultura 2022, dimostrando pertanto generosità ed altruismo, amore per il territorio e spirito identitario, gioco di squadra ed intelligenza imprenditoriale collettiva.

Tale progetto, come abbiamo sempre annunciato nei nostri comunicati redazionali, assolverà al compito di dare a Procida un simbolo, la bottiglia celebrativa, un dono che la stessa Isola possa dare quale omaggio ad autorità politiche-religiose ed esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo in segno di cultura, inclusione ed ospitalità, come è consuetudine dei Popoli del Mediterraneo e dell’Italia in particolare. Non solo: Mosaico per Procida raccoglie libere donazioni per iscrivere l’amministrazione comunale nelle liste delle Città del Vino, contribuire alla realizzazione dell’abito della Graziella, come richiesto dall’assessore Leonardo Costagliola, sempre attento a seguire i vari passaggi operativi del progetto, e pertanto ricreare le condizioni a ciò che la splendida isola partenopea diventi meta permanente dell’Enoturismo e, con l’aiuto di Roberto Cipresso, aiutare i vignaioli locali ad esprimere finalmente il vino di Procida e quindi ad avere una caratterizzazione enologica.

Proprio in quanto a simbolo di valori di solidarietà, senso di appartenenza e territorialità il vino è il simbolo e la sintesi della terra, della tradizione, della convivialità e della Dieta Mediterranea assieme a tutti quei prodotti della gastronomia campana e pertanto deve poter diventare, per mezzo di Mosaico per Procida, veicolo irrinunciabile e legante solido per tutta la filiera agronomica, magari diventando la premessa per percorsi interterritoriali, favorendo di conseguenza il turismo lento, il recupero delle comunità rurali ed una forma dotta di enoturismo integrato alla conoscenza delle tipicità alimentari.

Ecco che, non a caso, con gli stessi criteri etici mediante cui sono state selezionate le preziose tessere enologiche, il progetto Mosaico per Procida prende sempre più forma, mettendo insieme il meglio che la Campania possa dare in termini di eccellenza agroalimentare, nominando un solo ambasciatore per ciascun comparto.

Il pomodoro è una religione in questa terra, accende la passione e mette il Sole estivo in tutti i piatti tipici della Cucina Campana, ecco perché secondo Mosaico per Procida il pomodoro è nobile. E Pomodoro Nobile, il top della gamma produttiva della Calispa s.p.a. e fiore all’occhiello della famiglia Di Leo, ha risposto da subito alla chiamata di questa grande cordata per Procida, senza alcuna esitazioni e con grandissimo slancio, dimostrando un forte interesse per i progetti di valore.

Gianluigi Nobile

Pomodoro Nobile è il brand che meglio traduce e riassume la terra dell’Agro Sarnese Nocerino poiché è sinonimo per tutti gli intenditori di Pomodoro San Marzano Dop e punto di riferimento per gli amanti di questa storicissima varietas culta che da secoli dimora in questo areale, tra i più fertili in Italia. Grazie agli oltre 50 anni di esperienza nel settore la Calispa, ubicata a Castel San Giorgio nell’hinterland salernitano, è tra le primissime aziende italiane ed europee in quanto a capacità e qualità produttiva, ma soprattutto affidabilità per il consumatore, dalla massaia al ristorante d’eccellenza. Soprattutto il brand Pomodoro Nobile è la punta di diamante aziendale, capace di veicolare il sapore più autentico ed una genuinità garantita. Infatti è dalla tracciabilità del prodotto e di filiera corta che lo si può evincere:

l’azienda possiede propri campi di coltivazione e raccolta del pomodoro fresco in prossimità del centro di lavorazione e questo perché situati nei territori di Castel San Giorgio e di Fisciano, rispettivamente a 2 e 9 km dal centro di produzione. In tal modo si riesce a raccogliere il pomodoro nel momento della sua perfetta maturazione e lavorarlo in brevissimo tempo, evitando qualsiasi alterazione delle proprietà organolettiche e della qualità del prodotto. La famiglia Di Leo è leader del pomodoro e non a caso lo coltiva e lo lavora dal 1954!

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