Beb Bhar Mahdia
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Di Abir EL GHOUL, Dottoressa in Lingua, Letteratura e Civiltà italiana

Il fine di queste pagine è di prendere in esame la storia del Temibile Khayreddine Barbarossa, un corsaro musulmano che ha cambiato la storia del mediterraneo con le sue valorose battaglie, questo contributo vuole essere uno stimolo, oltre che a esplorare nuovi fondi, che devono ancora essere ascoltati a lungo, rappresenta un vademecum per la storia dei corsari in età moderna.

Corsari nel Mediterraneo

Mahdia, conosciuta anche come “Aphrodisium” grazie alla sua posizione e le sue fortificazioni che gli ha permise di essere una tra le città più importanti nella storia Rinascimentale.

Infatti il Rinascimento era il periodo di Corsari, di Saraceni, di passioni violente e tradimenti ma soprattutto di pirati e saraceni.

Tra i più famosi corsari musulmani benedetti, citiamo: il temibile Barbarossa “Khayr al Din” latinizzato in Ariadeno, Turghut Alì, detto Dragut, che ne fece della Mahdia il suo rifugio e Sayida Al Hurra, la Regina corsara.

Kheir-ed.din, Ariadeno, Hayreddin, Haradin Barbarroja, Ariadenus Barbarussa, il che significa la “Bontà della fede” divenne con suo fratello Aruj, tra i pirati più temibili del Mediterraneo.

Khayr al Din Barbarossa, nato nel 1478, eriditò il posto di suo fratello, il suo soprannome di Barbarossa e la sua missione. Nel 1533, Ariadeno divenne l’Ammiraglio della flotta ottomana.

Ariadeno Barbarossa, secondo Giuseppe Bonaffini “può essere considerato uno dei più grandi comandanti della marina ottomana”.

Per molto tempo gli storici occidentali, nel parlare della sua persona, e delle sue imprese, hanno utilizzato quasi esclusivamente fonti di provenienza occidentale, spagnole e italiane soprattutto che evidenziano verso il corsaro ottomano tutt’altro che simpatia e benevolezza.

Il Ğazavāt-t Hayreddin Paša fu in effetti composto a due riprese da Sayyid Murād: una prima parte, contenente la storia e le imprese del nostro Barbarossa fino al 1541, fu terminata in questa data, mentre dopo la morte di Hayreddin, avvenuta nel 1546, Sayyid Murād compose una seconda parte della biografia, coprendo gli ultimi anni della sua vita.

Il passaggio dall’opera in turco ottomano alla traduzione italiana non è stato ancora realizzato in maniera diretta e filologicamente corretta: la ristampa quì presentata, in effetti è la versione in italiano di una traduzione cinquecentesca dal turco allo spagnolo (La vida y historia di Hariadin Barbaroxa, traduzida de lengua turquesca en español castellano, conservata in un manoscritto presso la biblioteca comunale di Palermo.

Khaireddin si dichiarò vassallo dell’impero ottomano, e ne ricevette protezione e aiuti, mantenendo però un’ampia autonomia.

In un decennio di scontri con gli spagnoli, si rese definitivamente Padrone di Algeri, destinata a diventare in breve tempo la capitale della guerra corsara mediterranea.

Il Soltano turco Solimano il Magnifico nel 1533 affidò al Barbarossa la carica di capitano del mare, cioè il comando supremo della flotta ottomana, che egli mantenne fino a tarda età.

Il dominio su Tunisia fu uno dei motivi di contesa tra il fronte cristiano e quello musulmano.

Intanto un altro capo corsaro Dragut, andava costituendo una sicura base sulle coste tunisine, con centro a Mahdia, assalita con successo dagli spagnoli nel settembre 1550 e da dove Dragut era fuggito mettendo in salvo altrove la propria squadra navale.

Tutto ciò ha fatto sì che ogni ricostruzione storica risulta però una corretta analisi di questo insieme di storie di Corsari, uno studio sarà dedicato nei prossimi lavori sulla corsa e corsari fra Pascià, Dey e Bey nel Mediterraneo.

Conclusione

Questa storia dei corsari Barbareschi ci fa riflettere sull’importanza della storia in quanto riassume in sé storie di città arabe forse un pò trascurate nel tempo e che potrebbe essere un ponte per altre ricerche future, si lascia alle spalle un’idea della storia di Mahdia come disegno provvidenziale, per considerarla come esclusivo frutto dell’agire umano.

Strumenti Bibliografici

Giovanna Fiume, Schiavitù mediterranee, corsari, rinnegati e Santi di età moderna, Milano, Bruno Mondadori, 2009.

Giuseppe Bonaffini (a cura di), La vita e la storia di Ariadeno Barbarossa, Palermo, Sellerio Editore, 1993: p.289.

Il Gazvāt-i Hayreddin Paša di Seyyid Murâd, in Studi Maghrebini, XIII, Napoli, 1983, nella sua introduzione all’edizione in Facsimile del Manoscritto del Gazvāt dell’Escurial di Madrid.

Istituto per l’Oriente C.A. Nallino, Salvatore Bono ( Luglio- Dicembre 1995) 1-06-2016.

Salvatore Bono, Corsari nel Mediterraneo cristiani e musulmani fra guerra, schiavitù e commercio, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1993.

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