Di Antonella Zisa
La Sicilia è protagonista di un calendario di itinerari sui Treni Storici del Gusto dal 22 agosto al 6 dicembre 2020, realizzato per valorizzare la cultura enogastronomica e il patrimonio architettonico e archeologico dell’isola più grande del Mediterraneo.
Il progetto, rivolto a residenti e turisti, nasce dalla collaborazione tra l’Assessorato al Turismo della Regione Sicilia, la Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane (FS) e Slow Food Sicilia. Il calendario conta 23 percorsi che collegano i principali centri urbani con le località dell’entroterra siciliano, a bordo di carrozze provenienti da diverse epoche tra cui le Centoporte degli anni ’30.
I mezzi su rotaie dismessi, e riconvertiti in chiave turistica, rappresentano un importante patrimonio storico e culturale italiano. Dal 2013 la Fondazione FS gestisce e valorizza tale patrimonio per promuovere il turismo ferroviario vissuto con ritmo lento e sostenibile, capace di fare apprezzare al meglio i territori della nostra penisola.
Da una estremità all’altra della Sicilia, ai viaggiatori cullati dai treni d’epoca si offre un panorama forgiato dalle diverse civiltà insediatesi nel corso dei secoli nell’isola. La presenza di più siti patrimonio Unesco, nella soleggiata regione, restituisce un vero e proprio museo di architettura e archeologia unico al mondo,
La partecipazione di Slow Food rende il viaggio sui treni storici un’esperienza sensoriale ancora più piacevole. Durante il percorso, infatti, sono previsti laboratori di degustazione dei sapori che identificano la Sicilia nel mondo, accompagnati dal racconto delle ricette e delle tradizioni enogastronomiche dei territori attraversati sui binari.
A ogni Treno Storico del Gusto corrisponde un nome che evoca una peculiarità dell’itinerario.
A inaugurare il fitto calendario degli eventi è il Treno dei Templi che conduce nella zona di Agrigento dove sorge il “Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi” proclamato patrimonio Unesco nel 1997. Con i suoi 1300 ettari è il più grande sito archeologico del mondo, custode di magnifici templi dorici, risalenti al VI secolo a. c. gran parte dei quali perfettamente intatti.
Con il Treno dei Mosaici si fa tappa a Piazza Armerina, una località medievale sui monti Erei nella provincia di Enna, dove si può ammirare la “Villa Romana del Casale” risalente al IV secolo a. c. Si tratta di una delle più lussuose ville dell’epoca romana; la ricchezza e la qualità dei mosaici, presenti quasi in ogni stanza, ne fanno un capolavoro di originalità artistica senza eguali. Dal 1997 il sito è sotto la tutela dell’Unesco.
Il Treno del Barocco attraversa la Sicilia sud-orientale, in cui sorge il Val di Noto con le sue città in stile tardo-barocche, tra cui Scicli e Ragusa Ibla, ricostruite nel 1693 dopo uno dei più catastrofici terremoti della storia dell’umanità, avvenuto nello stesso anno. Il territorio è patrimonio Unesco dal 2002 per l’eccezionale testimonianza del genio dell’uomo, espresso ad un alto livello artistico e architettonico.
A nord dell’isola, il Treno dei Normanni parte da Palermo in direzione di Cefalù. I due centri ospitano, assieme a Monreale, i monumenti del sito denominato “Palermo Arabo-Normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale” dal 2015 inserito nella lista del patrimonio mondiale Unesco. Il complesso è costituito da edifici che testimoniano un mirabile esempio di convivenza tra culture di diversa provenienza storica e geografica. Tra i monumenti splende la Chiesa Cattedrale di Palermo, che irradia una perfetta fusione tra elementi bizantini, islamici, normanni e romanici.
I Treni Storici del Gusto attraversano anche i luoghi custodi di eccellenze enogastronomiche. Il Treno dei Vini, ad esempio, si ferma a Castiglione di Sicilia, un comune nel catanese che vanta il marchio de “I borghi più belli d’Italia” attribuito dall’omonima Associazione, nata per tutelare e valorizzare i piccoli centri italiani. Il territorio è caratterizzato da una superficie di oltre 750 ettari adibita a vigneti, da cui sgorga una pregiata varietà di vini DOC dell’Etna e IGP.
Il Treno del Pistacchio parte due volte, prima da Siracusa e poi da Messina, per condurre i viaggiatori in una zona depositaria di una altra tradizione gastronomica. Ma non solo, il percorso introduce più da vicino nella realtà di Slow Food, un’organizzazione internazionale no profit, impegnata nella difesa della cultura del cibo e di chi lo produce, nel rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema. Tra le attività dell’associazione figura il progetto Presìdi Slow Food con cui vengono protetti le tecniche e i prodotti tradizionali a rischio di estinzione, così come i paesaggi rurali o un ecosistema.
Ad oggi si contano 591 presìdi a marchio Slow Food, di cui 323 sono in Italia. La Sicilia è la regione in testa alla classifica con 46 presìdi. Tra questi c’è il “pistacchio verde di Bronte” a Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.) dal caratteristico colore smeraldo e dal profumo intenso. Il frutto è anche definito “oro verde” per le proprietà organolettiche e per essere una importante fonte di reddito per le famiglie coltivatrici.
Il pistacchio verde di Bronte viene coltivato solo nei terreni accidentati della zona tra l’Etna e i monti Ebrodi. La raccolta è un rito che avviene in condizioni critiche, in bilico sui massi di lava, aggrappandosi con una mano ai rami della pianta e con l’altra facendo cadere i chicchi, una alla volta, su un sacco di tela appeso al collo. Nessun mezzo meccanico può arrivare sulla sciara, la colata di lava vulcanica durissima, dicono gli esperti coltivatori, che solo le radici del pistacchio riescono a penetrare.
Nel corso dei decenni, il pistacchio si è inserito nella cultura enogastronomica siciliana laddove imperava l’utilizzo della mandorla, soprattutto nella grande pasticceria. Tuttavia questa pregiata risorsa del territorio di Bronte è a rischio di estinzione, secondo Slow Food, poiché non riesce a fronteggiare i costi inferiori del prodotto proveniente da altri paesi tra cui l’Iran.
Per scoprire gli altri tesori di Sicilia al centro dell’iniziativa Treni Storici del Gusto, si può consultare il calendario completo sul sito della Fondazione FS. Sono anche indicati le modalità d’acquisto e i costi dei ticket, che vanno da 5 a 20 euro in funzione dell’itinerario. Le date sono state scelte in concomitanza di sagre e manifestazioni sparse in Sicilia, per favorire una piena immersione nell’ “orgia inaudita di colori, sapori e profumi” citando le parole scelte dal fondatore della psicoanalisi Sigmund Freud per descrivere la Sicilia, secondo le fonti, in occasione di un soggiorno sull’isola oltre un secolo fa.