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Come all’inizio di ogni anno, da ormai diversi decenni, un gruppo di naturalisti per passione rinnova il patto silenzioso con la natura della Sardegna per conoscere e scoprire i suoi segreti. La promessa è di preservarne la sua preziosa biodiversità al centro del Mediterraneo. Sono 20 entomologi di Cagliari e hinterland che si dedicano alla paziente raccolta e catalogazione degli insetti isolani. Il gruppo, capitanato da Davide Cillo descrive e cataloga ogni anno decine di insetti rari o scoperti per la prima volta. L’obiettivo è quello di completare le checklist della fauna italiana per la loro conservazione come elementi inscindibili e indispensabili di ambienti unici e da tutelare. Alcune delle specie descritte sono state inserite nelle red list, le liste delle specie rare e protette.

Il gruppo di ricerca è composto da professionisti dei settori più diversi che dedicano il loro tempo libero alla passione che li unisce: l’entomologia, la scienza che studia gli insetti. Fra loro Erika Bazzato, Maria Grazia Atzori, Adriana Lecis, Antonio Spiga, Francesco Fois, Cesare Ancona,  Federico Alamanni, Giuseppe Cuboni, Luca Fancello, Roberto Mura, Silvia Macis e tanti altri.

Il 2016 si è chiuso con grande soddisfazione per il gruppo che ha redatto quindici articoli a carattere scientifico nei quali vengono descritti insetti trovati per la prima volta, altri segnalati come presenti in Sardegna e di altri sono stati acquisiti dati corologici cioè i dati relativi alla loro distribuzione geografica nel bacino Mediterraneo.

Località di ritrovamento di Drusilla italica

Di Cephalocteus scarabaeoides, Drusilla italica, Stenus tarsalis, Calodera rufescens, Tachyporus obtusus, se ne ipotizzava la presenza nell’Isola che è stata confermata dal rinvenimento di esemplari vivi descritti dagli entomologi cagliaritani su prestigiose riviste internazionali del settore. Animaletti a sei zampe dai nomi difficili in latino che appartengono alla famiglia dei coleotteri, un raggruppamento di insetti aventi un paio di ali, le elitre, trasformate in robusta custodia entro la quale sono ripiegate le “vere ali” che gli consentono di volare. L’acquisizione di dati sulla distribuzione nel territorio di Allardius sardiniensis, Calosoma inquisitor, Anemadus acicularis va a costituire nuovi tasselli nello studio dell’ecosistema e degli ambienti naturali isolani.

Qual è l’importanza di individuare una specie per la prima volta in un territorio? Lo abbiamo chiesto al portavoce del gruppo Davide Cillo.

Esemplare di Calosoma inquisitor

“Vuol dire contribuire al completamento della checklist della fauna d’Italia e avere nel contempo una visione completa della fauna sarda. Grazie a questi ritrovamenti i territori di raccolta acquistano un valore conservazionistico. Da luoghi dove fare pic nic diventano territori da salvaguardare. Seconda solo alla Spagna nell’area mediterranea per numero di entità, la Sardegna è un territorio che offre ancora tantissime specie da descrivere. Stiamo anche collaborando col Museo Koenig di Bonn e altri entomologi italiani per lo studio del DNA. Studiare la genetica di alcuni insetti fa spesso scoprire che esemplari considerati varietà di una specie sono in realtà da ascriversi a specie diverse facendo così aumentare ancora il numero degli insetti conosciuti. Si stima che siano 2 milioni sulla Terra e solo un milione sono stati descritti e catalogati fino ad oggi.”

Il gruppo di appassionati entomologi cagliaritani continua il lunghissimo percorso di classificazione degli esseri viventi iniziato nel 1735 dallo svedese Carl Nilsson Linnaeus. Linneo fu il padre della nomenclatura binomiale o scientifica alla base del “sistema” di classificazione di tutti gli esseri viventi e ancora oggi fondamento della tassonomia o scienza che studia le regole di classificazione di ogni forma vivente.

Ricerca di insetti nelle grotte di Sadali

“Rinvenire una specie mai descritta prima non è cosa da tutti, senti l’emozione di proseguire l’opera di Linneo. Per la prima volta hai in mano una forma di vita e, come a un figlio, gli stai dando un nome. Un nome che rimarrà per sempre e lasci una traccia indelebile del tuo passaggio su questo Mondo. Dietro c’è la passione e i sacrifici di una vita.”

Racconta ancora Davide Cillo nel descrivere l’emozione delle scoperte. E il suo nome è già entrato nella storia indelebile della tassonomia col Cylingropsis cilloi, coleottero sardo a lui dedicato da Luca Fancello. Elaphocera leoi invece è dedicata a Pietro Leo dallo stesso Davide Cillo.

Ripercorrere le orme di grandi naturalisti del passato come Giuseppe Gené e Agostino Dodero che fecero della Sardegna la loro terra di scoperte, lavorare al fianco di entomologi come Pietro Leo e Luca Fancello è motivo di orgoglio per l’eterogeneo gruppo di naturalisti che anche per il 2017 si pone obiettivi ambiziosi. 10 nuove segnalazioni andranno a breve in stampa e altrettante sperano di farne nei prossimi mesi.

Il sogno nel cassetto è poi riuscire a condividere la passione in un’associazione che possa prendersi cura dell’immenso materiale raccolto e della divulgazione dei risultati di questo tipo di ricerca troppo spesso ignorata e sottovalutata, ma essenziale se vogliamo conservare per i posteri non solo i nomi di animaletti a sei zampe, ma l’intero ecosistema che li conserva e custodisce.

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