Da Iglesias agli Usa seguendo il suono di una voce che una bambola raccoglie e porta sullo schermo. Questa la storia del video musicale della cantante americana Jo Goldie e di un giovane che con lei collabora da anni, costruendo basi e immagini, Alessio Zara. La canzone si intitola Here, in sardo Innoi, ossia Qui – e sottintende Qui dentro, nell’interiorità di ognuno” – in corsa per diversi concorsi dedicati ai videoclip. La particolarità che i due lavorano a migliaia di chilometri di distanza, a Iglesias Alessio, a Philadelphia Jo, e la tecnologia per realizzare questo progetto stata determinante.
Tra sogno e realtà. Il video girato tra una soffitta, un appartamento e le grotte di San Giovanni a Domusnovas racconta il sogno di una bambina, fatto di personaggi fiabeschi ma anche inquietanti che sono poi la rappresentazione del mondo interiore di ciascuno, fatto di luci e di ombre. Nel video a cantare è una bambola di colore sulla quale sono state montate le labbra di Alessio: è lei che fa le veci di Jo Goldie, dal momento che non era possibile per ragioni economiche una trasferta della cantante in Sardegna. La rete annulla le distanze, Skype mette in comunicazione gratuitamente gli estremi della terra e il lavoro è filato liscio. Non è la prima volta che si lavora con musica, parole e immagini su lunghe distanze e anche la conoscenza tra Alessio Zara e Jo Goldie, naturalmente, è avvenuta sulla rete. Il contatto è stato su Myspace nel 2006 – racconta Alessio – Jo aveva ascoltato un brano in sottofondo nel mio sito internet e mi chiese se potevamo provare a fare qualche composizione assieme.
Prima di iniziare anche io ho ascoltato le sue produzioni e sopratutto gli argomenti di cui parla nei suoi brani, dopo di che le ho chiesto la traccia vocale ed il testo del primo brano su cui abbiamo lavorato insieme, On my way. La collaborazione è proseguita con altri progetti e altri artisti sempre a distanza, su diversi i generi musicali. Alcuni nomi: Beloved (Bronx) cantante Hip Hop, Genie Q (Bronx) R&B Soul, Angel (Queens) Gospel/soul/Jazz. Difficoltà particolari? “Per la composizione musicale non ne ho incontrate – racconta Alessio – a parte il fuso orario in qualche caso: per comunicare basta usare usare una web-cam e in diretta si ascoltano e si selezionano basi musicali e parti vocali per comporle. Per quanto riguarda il montaggio del video dipende dal tipo di lavoro da costruire: Innoi è un brano molto fantasioso che ha permesso di giocare con la tecnica e la tradizione ed è nata l’idea di animare una bambola che avrebbe rappresentato la cantante”. Nel video compare anche un misterioso violinista che suona davanti all’ingresso delle grotte di Domusnovas, Luciano Zoppo, scrittore, pittore e scultore iglesiente con cui si è sviluppato poi un altro progetto, anche in questo caso fatto di fantasia e tecnica: un cortometraggio animato su un suo racconto che sarà presentato a breve e dai tasti di un pc prendono forma foglie, vento e parole.
Insomma, la tecnologia a servizio dell’arte è tutt’altro che fredda e riesce a dar forma e colore a sogni e oggi si possono produrre videoclip di livello a costi contenuti se alla base ci sono preparazione tecnica e fantasia. “Bisogna conoscere almeno le basi dei programmi ma per questo si trova qualche video – spiega Alessio – io ha iniziato a suonare da piccolino con uno xilofono poi sono passato a tastiere ed altri strumenti per finire con il campionatore e di conseguenza con il pc per il montaggio midi. Oggi per produrre musica e videoclip si ha a disposizione di tutto e di più ma credo conti molto l’idea, il valore del messaggio e di come lo si esprime. Puoi realizzare delle belle cose anche con pochi mezzi”. Siamo in un’epoca in cui basterebbe anche solo pensare una melodia per vedersela comporre dal computer indossando una cuffietta: vedere per credere il nuovo sistema messo a punto dalla Epoc (un dispositivo che si chiama Emotiv), una sorta di casco in grado di registrare gli impulsi elettrici del cervello e trasformarli in dati informatici: in fase di sperimentazione c’è anche il supporto per comporre le musiche pensate.
Come se non bastasse oggi prendono forma anche gli ologrammi sensoriali: immagini tridimensionali che grazie alle onde sonore riescono a riprodurre in colui che osserva anche le sensazioni tattili, per ora si possono solo provare le gocce d’acqua sulle mani, una piccola sfera e un elefantino che corre ma la tecnologia va veloce in questo campo.