Il grande territorio di origine del Terrablu
Deve venire molto difficile, specie a chi è abituato a leggere solo dati rassicuranti e consolidati, riuscire a comprendere l’identità di un territorio, benché se lo ritrovi sotto al proprio naso. Per quanto ciò accada ormai con una certa frequenza, forse per mancanza di percezione, forse perché in fondo è meglio che lo dica qualcun altro, il territorio esiste e si è formato, consolidando le proprie peculiarità, a prescindere dall’uomo.
Se è vero che in meteorologia l’analisi climatologica attiene all’osservazione e alla misurazione del tempo e delle sue massime grandezze per trent’anni, escludendo gli eventi eccezionali che svirgolano ai trend annuali, al fine di ottenere appunto il clima di un’area specifica, avere un calice di vino a portata di narici può aiutarci ad avere comprensione di un nuovo terroir, pure se qualcuno non l’abbia ancora disegnato, perché altri poi ne ripetano i tratti salienti.
È un gioco di sottrazioni: tolte all’olfatto, al gusto e al flavour le eventuali analogie con i terroir limitrofi, ciò che resta è proprio quel territorio di cui nessuno aveva ancora parlato o scritto e, nel mezzo, c’è sempre il clima, il suolo e l’uomo… viele kleine Unterschiede machen einen Unterschied!
L’uomo che lo ha domato
Insomma, non occorre essere un aruspice o giocare a fare i geologi, con dei carotaggi a portata di mano, per avere comprensione dei suoli che più caratterizzano Volterra: basta un calice di vino di questa terra, chiudere gli occhi, pensando anche alle caratteristiche già codificate dei territori vitivinicoli circostanti, e le differenze che affioreranno dall’analisi sensoriale, rispetto a ciò che si è assaggiato di quei territori già noti, costituiranno la caratterizzazione territoriale, tradotta nella luce del sole, tenuta insieme dall’acqua, grazie alle mani laboriose di Genuino Del Duca, pioniere della viticultura volterrana.
Erano mani forti e caparbie, solcate dagli stessi Calanchi entro cui ha edificato Marcampo, diventando pioniere della viticoltura a Volterra, ma erano mani buone e generose a volerle leggere col tatto, per chi ha avuto l’onore di stringerlo, guardandolo negli occhi chiarissimi e perdendosi nel suo accogliente sorriso.
Toscano d’adozione e di origini abruzzesi, dopo vent’anni di onorato servizio nell’Arma del Carabinieri, Genuino si congeda per realizzare, con sua moglie Ivana Delli Compagni, il sogno di diventare ristoratore, per assecondare la sua innata passione per il vino e la gastronomia, approdando nel 1991 nella cittadina della Maremma Toscana, dove metterà su famiglia: così prendono vita “Il Vecchio Mulino” negli anni ‘90, primo ristorante a Saline di Volterra, e in seguito l’Enoteca Del Duca nel 2001, ubicato nel palazzo del 17° secolo che fu sede di Iacopo Inghiarmi, ammiraglio del Gran Ducato di Toscana, proprio nel centro storico di Volterra.
Poi l’idea del vino diventa sempre più insistente e sempre più di un’idea, quindi arriva una nuova svolta di destino: nel 2003, dopo aver ceduto Il Vecchio Mulino, Genuino Del Duca acquista il Podere Marcampo, un rudere che un tempo fu cascina settecentesca; con ostinata devozione lo rimette a nuovo, ne addomestica la terra, piantando nel 2005 il vigneto con le cultivar di Ciliegiolo, Merlot, Pugnitello, Sangiovese e Vermentino, fino a plasmare l’odierna azienda agricola, tanto rinomata e internazionalmente riconosciuta.
Nascita di una grande Cantina
Immerso nel cuore del Parco Naturale delle Balze e dei Calanchi volterrani, il Podere Marcampo è il grande lascito di tenacia e passione di Genuino, un’eredità che i figli Claudia e Riccardo hanno accolto con grande dedizione e che conducono grazie agli insegnamenti e i valori trasmessi da loro padre, da bravi figli, da imprenditori virtuosi e capaci di sincera ospitalità.
Un vino di evidente personalità
Il primo assaggio della produzione vitivinicola di Marcampo è il Terrablu, la cui prima annata è stata la 2015 e il cui nome ben evoca il paesaggio quasi lunare del colore di ogni sfumatura di ocra, dell’alabastro e dalle rade striature dal colore dei lapislazzuli. Le viti di vermentino vengono allevate a guyot con criteri di agricoltura biologica e vedono una esposizione a Nord Ovest – Sud Est, con un’elevazione di circa 250 metri sul livello del mare, un mare relativamente lontano oggi e che milioni di anni fa ha lasciato la sua forte impronta: infatti nel terreno presenziano argille plioceniche, con un ph alcalino ricco di sali e di elementi minerali.
La vendemmia inizia verso la fine di agosto e gli inizi di settembre e, una volta raccolte, le uve macerano sulle bucce a temperatura controllata. Dopo la macerazione a 5° C, tra le 12 e le 24 ore, avviene la pressatura soffice, convogliando la preziosa materia prima in cisterna, attivando così la fermentazione a 11°C, mantenendo quindi freschezza e profumazioni. Dopo un continuo batonnage per circa 4 mesi e un filtraggio per gravità, ecco che il Terrablu viene imbottigliato.
Il Terrablu Igt Toscana 2021 del Podere Marcampo è la dimostrazione che talvolta anche il vino prodotto da viti relativamente giovani riesce a tradurre il carattere e l’età del territorio, la cui forza marca con maggiore intensità in minor tempo.
L’assaggio…
Terrablu esprime nell’aspetto un colore giallo dorato con una lievissima vena verdolina ed eccezionale consistenza. Il floreale di ginestra, sambuco e zagara è ancora presente, benché non più fresco, segue ad una nota iodata che avviluppa il guscio d’ostrica e l’alga essiccata. Poi non manca il fruttato di lime, pera decana e nespola, ricordi erbacei mediterranei, tra cui la salvia, poi tè verde e scampoli di affumicato. Sorso succosissimo, dritto e materico, con una finissima e quasi impercettibile astringenza, dunque ancora pienamente fresco, ma soprattutto sapido. Ritorno della precedente olfazione che si fonde al gusto, con cenni di pompelmo rosa.
L’abbinamento…
Decisamente persistente e insospettabilmente leggiadro, elegante e disinvolto per i suoi 14°, 5 gradi alcolici. Cannazze alla genovese di cinghiale con spuma di parmigiano vacche rosse 40 mesi.
Podere Marcampo si trova precisamente in località San Cipriano ed è un vero e proprio anfiteatro del silenzio a sua maniera, un po’ come quello voluto da Andrea Bocelli tra le colline della vicina Lajatico, un’oasi di superba bellezza, incastonata tra la Val di Cecina e le Balze di Volterra, dove regnano i suoni della natura, interrotti soltanto dall’operosità contadina. Un’oasi fatta di essenziale, genius loci e care memorie.