Al Museo Madre di Napoli, dall’11 ottobre al 19 gennaio 2015 THE MIDDLE SEACulture e Paesaggi dal Mediterraneo
A cura di: Claudia Zanfi, Direzione aMAZElab, Arte, Cultura, Paesaggio (www.amaze.it)
In collaborazione con: Fondazione Donna Regina – Museo Madre, Napoli (www.madrenapoli.it)
In occasione di: mostra personale di Walid Raad.
DATE proiezioni:
Da Sabato 11 Ottobre 2014 ‘GIORNATA DEL CONTEMPORANEO’ al 19 Gennaio 2015.
Per info e orari apertura: www.madrenapoli.it
THE MIDDLE SEA è un percorso sulle rive del Mare di Mezzo che tocca città, abitanti e territori, analizzati attraverso gli sguardi di alcuni tra i principali protagonisti dell’arte internazionale. Istanbul, Beirut, Nicosia, Tel Aviv, Alexandria, Tangeri, Palermo, Barcellona, Marsiglia, Atene, Napoli sono alcune delle città individuate, viste in un approccio interdisciplinare che coinvolge artisti, architetti, fotografi e teorici. Tragitto verticale e orizzontale, fra il Mediterraneo e l’Europa, l’Oriente e l’Occidente. Un moto circolare di andata e ritorno, di arrivi, contatti, migrazioni, contaminazioni, propagazioni infinite.
L’acqua è l’elemento naturale che unisce e contemporaneamente divide le terre che si affacciano sul Mar Mediterraneo. Il mare, che da sempre ricopre un ruolo fondamentale nella quotidianità delle città marittime, influenzandone colori e profumi, attività e relazioni, bene prezioso e punto di riferimento per la vita dei suoi abitanti, è al centro del progetto THE MIDDLE SEA/IL MARE DI MEZZO.
Le immagini e i racconti sono quelli che ci spiegano, attraverso l’arte, l’abbandono delle tradizioni e la crescita di nuove megalopoli, i crescenti flussi migratori e i capisaldi turistici, le antiche rotte mercantili e le grandi infrastrutture, il ruolo ibrido e complesso delle città e dei grandi porti sul Mediterraneo, con i loro cicli produttivi e ludici, le componenti sociali, le aperture e le connessioni al territorio circostante.
THE MIDDLE SEA/IL MARE DI MEZZO propone una sorta di video marathon nello spazio della biblioteca del Museo Madre, con letture di testi dal Mediterraneo. La città di Napoli si trasforma così in galleria di immagini e di racconti sul Mediterraneo, che potranno essere fruiti da un ampio pubblico.
IL PROGETTO E’ TRA I SELEZIONATI DAL FORUM UNIVERSALE CULTURE NAPOLI (UNESCO OFFICE)
Le opere sono state realizzate e raccolte nell’ambito del programma internazionale GOING PUBLIC,
progetto decennale di valorizzazione delle culture e dei territori del Mediterraneo e dei Balcani.
CITTA’/ AUTORI
MARSIGLIA: by Maria Thereza Alves (Brasile), il video The Seeds of Change (12’),, un’opera che riflette sui confini geografici e sociali, sulla migrazione, sull’appartenenza e sull’identità nazionale, concetti analizzati attraverso le antiche rotte marittime mercantili e la loro relazione con la biodiversità della flora.
TUNISI: L’opera dell’algerina Zineb Sedia (Algeri/London) The Middle Sea (16’) racconta di un viaggio in nave nel Mediterraneo, di un uomo che diventa emblema del viaggiatore, dell’esule, del vagabondo, della speranza, attraverso quel mare che a tratti sembra unire e a tratti dividere popoli, Paesi e culture.
PALERMO: Il lavoro di Marcello Maloberti (Italia), Il mare e la superstizione dei marinai (21’), racconta il porto di Palermo attraverso una serie di interviste ai lavoratori portuali sullo sfondo di un telo blu mare; veri e propri ritratti della quotidianità in cui si percepisce, grazie alla tecnica di montaggio scelta, la realtà circostante con i suoi rumori e colori.
TEL AVIV: Al centro del video The Floating Simmetry (11,30’) dell’israeliana Ofri Cnaani (Tel Aviv/NYC) si trova il Mar Mediterraneo, origine degli assi di quattro linee immaginarie che collegano Paesi coinvolti in conflitti geopolitici contemporanei (Cipro e Israele, Grecia e Turchia, Marocco e Spagna, Slovenia e Croazia). Una visione per nulla unilaterale, che apre nuove prospettive e nuovi angoli di osservazione.
TANGERI: Il lavoro di Yto Barrada (Marocco) è legato a La Cinemateque de Tanger (14’), uno spazio culturale d’artista nato sulle ceneri del Cinema Rif, una vecchia struttura degli anni Trenta nella Medina di Tangeri. Il progetto, unico nel suo genere sulle sponde del Magreb, propone una programmazione quotidiana di film d’autore, una raccolta di video d’artista e una piccola biblioteca pubblica.
BEIRUT: Il lavoro di Ali Hassoun (Libano) con Beirut Memories (3,30’), cerca di sovrapporre i confini tra la realtà e l’esperienza personale, esplorando i concetti di memoria e percezione spazio-temporale, attraverso una poetica ricostruzione della città che affianca ricordo e attualità.
ATENE: Zafos Xagoraris (Grecia) con Port AMPs (3’) presenta una versione acustica del rapporto dialettico tra città e mare, spingendo la città di Atene ad ascoltare i suoi suoni e i suoi silenzi. Tutto questo attraverso una serie di sculture sonore create in loco con materiali semplici che amplificano i rumori del mare.
ISTANBUL: Deniz Gul (Turchia), racconta con poetiche e incisive istantanee la difficoltà di Istanbul, città cerniera tra est e ovest, crocevia di suoni, sapori e culture tra l’Oriente e l’Europa.