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Sabato 24 febbraio, dopo 5 intense giornate dedicate al cinema arabo e palestinese, le premiazioni dei film vincitori. Consegnata anche una targa alla giornalista palestinese Hanaa Mahameed, in memoria dei tanti giornalisti che ad oggi hanno perso la vita nella striscia di Gaza.

E’ “The Shadow of Beirut” di  Stephen Gerard Kelly e  Garry KeaneIl il vincitore del premio Best Long Documentary della XX edizione di Al Ard Film Festival. Il riconoscimento é stato assegnato sabato, nel corso della serata finale, sul palco del Teatro Massimo di Cagliari, dalla giuria del festival per la sua capacità di  “raccontare la drammaticità della vita all’interno del campo profughi di Shatila a Beirut, entrando in punta di piedi nell’intimità profonda delle vite di alcuni dei suoi abitanti“. Il film racconta storie di vita e di sopravvivenza “accompagnate da un uso efficace della cinematografia, rivelando una forte sensibilità e capacità di osservazione da parte dei registi“.

Il premio Best Fiction é stato dato invece al film “Uncle Give Me a Cigarette” di Al Masnaest, un corto di animazione “pazientemente realizzato in stop motion, ma raccontato in maniera semplice ed originale da 14 ragazze tra i 10 e i 17 anni che hanno seguito il laboratorio organizzato dall’Unione dei comitati delle donne palestinesi“.

Per la dolcezza e l’intensità dei ritratti illustrati dal film, per la determinazione e il coraggio con cui i protagonisti perseguono i loro sogni -nonostante le dure sfide che la società e la vita possano imporre all’interno del campo profughi palestinese – per la forza e la speranza di un messaggio che racconta una storia di fermezza ed emancipazione attraverso l’esperienza di questi atleti” é stato premiato il film “Heavy Metal, di Edward Knowles” di Timo Bruun quale Best Short Doc. 

Il premio del pubblico é andato infine a “Reel Rock: Resistance Climbing” di Nick Rosen,  Zachary Barr. 

Anche quest’anno abbiamo ricevuto film da tutto il mondo arabo – spiega Anna Maria Brancato, codirettrice artisticaa e del Festival insieme con Monica Maurer e componente della giuria -. In queste 5 intense serate si é parlato della  Palestina, ma anche del Sahara, della Siria e del Libano. Immancabile lo sguardo su Gaza che ha ripreso la storicità dell’attuale crisi. Quello che  ci ha colpito é che, anche tra i giovani registi palestinesi, ritorna spesso la necessità di rielaborare la Nakba attraverso lavori anche molto originali“.

Nel corso della serata è stata consegnata una targa alla giornalista palestinese Hanaa Mahameed, in memoria dei tanti giornalisti che ad oggi hanno perso la vita nella striscia di Gaza.

Anche quest’anno la rubrica Sa Terra ha avuto un grande successo, con la presenza in sala di Marco Antonio Pani e Agostino Marco D’Antonio, che hanno portato uno spaccato della nostra Isola diversa dal solito.

È stata una straordinaria occasione per approfondire con il pubblico  temi che indirettamente o direttamente riguardano la Palestina, facendo emergere tematiche coloniali, di oppressione e di negazione della libertà con registi europei e arabi – ha concluso Fawzi Ismail, presidente dell’associazione Amicizia Sardegna Palestina che da sempre organizza il Festival -. Siamo davvero felici di vedere un pubblico così variegato, con tantissimi giovani presenti in sala, che ha seguito con interesse proiezioni e incontri. Questo è il segno che c’é una grande voglia di conoscere il mondo arabo per capire quello sta succedendo in questo momento e che, soprattutto, c’ é un grande desiderio di pace e di giustizia. Il cinema, in questo senso, é un potente mezzo che permette di andare oltre con lo sguardo, ed Al Ard lo fa senza sosta da 20 anni “.

Cala quindi il sipario a Cagliari, ma Al Ard porta i suoi spin off con un incontro che si è svolto il 26 febbraio a Macomer e il 27 a Nuoro dalle 18.30 presso la Biblioteca Sebastiano Satta in collaborazione con l’associazione casa natale Antonio Gramsci, per concludere poi ad Ales il 9 marzo. 

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