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The Time Machine Book
The Time Machine Book

L’uomo moderno rivolge spesso uno sguardo interrogativo verso il passato, la sua espressione rivela il desiderio di conoscere quale fu la quotidianità delle generazioni che ci hanno preceduto e, a mano a mano che si ritorna indietro, mentre le lancette dell’orologio girano vorticosamente al contrario, il fascino della storia aumenta, il cammino si fa avvincente, variopinto, mentre lo stupore ci accompagna nella scoperta di un mondo sconosciuto.

Ecco che, improvvisamente, il passato diventa realtà assumendo i toni intensi dell’avventura, dell’emozione, ed è così che la letteratura, scavando nella storia dell’uomo, ha da sempre alimentato il sogno di tutti noi… possedere una macchina del tempo.

Viaggiare nel tempo, è questo il genere di viaggio che, in fondo, tutti vorremmo compiere. Viaggiare nel tempo è possibile non meno che viaggiare nel mondo, ricordo che questo è ciò che, ingenuamente, desideravo al principio dei miei studi in archeologia… Rifuggendo dagli effetti speciali di un certo appiattimento cinematografico, se riusciamo a recuperare lo spazio e il tempo sottratti alla nostra mente dalle troppe tossine della modernità, possiamo nuovamente osservare il mondo antico attraverso la luce che si sprigiona dai buoni vecchi libri. Una luce viva che, appena sollevata la copertina, riesce a solleticare le nostre menti pigre e fiaccate dalla civiltà dell’immagine. Ecco i libri, sono loro le nostre macchine del tempo, come le stelle nel cielo la cui luce appartiene al “passato” ma è viva quando giunge a noi sulla Terra.

Ed eccomi qui, a proporvi una breve riflessione “a basso costo”, un avvertimento da “grillo parlante” in un certo senso. Sì, è vero, abbiamo bisogno di vacanze, la primavera che scorre via veloce, già ci spinge verso la calda estate sulle rive del mare. La voglia di viaggiare preme, il desiderio di partire diviene irrefrenabile, perfino ovvio, è il richiamo della natura alle sue creature.

Ma dimentichiamo che la voglia di viaggiare dura tutto l’anno, c’è anche quando gli impegni ci assillano, quando il tempo a disposizione è poco e quando i quattrini non sono abbastanza… Ma l’uomo è pur sempre un animale razionale capace di superare questo disagio, deve riuscire a “sublimare”, e questa compensazione può avvenire anche compiendo un viaggio, per così dire, “alternativo”.

Mediterranea, ne è un buon esempio, offre passaggi tutto l’anno, chi si è connesso a questo numero può scegliere il proprio percorso, può muoversi sull’asse cronologico viaggiando “al presente” in orizzontale o “al passato” in verticale, qui si viaggia attraverso suoni, colori, sapori, civiltà e storie, anche le scelte fotografiche, limitate all’essenziale, sono quasi uno sprone per la fantasia di chi viaggia tra le nostre parole, attraverso lo scorrere delle stagioni.
E’ innegabile, il viaggio “fisico” è insostituibile, ma è solo dopo essermi immersa nei libri di storia, nel nostro passato, che posso affermare “ho visto cose che voi umani…” rubando così le parole ad un futuro improbabile piuttosto che ad una vacanza esotica.

E allora, con l’avvicinarsi dell’estate, tra le prossime letture sotto l’ombrellone, non resta che l’imbarazzo della scelta, il “dove si va?”. Io quest’anno non andrei troppo lontano, punterei verso le la mia terra, regolerei la macchina su qualcuno dei viaggiatori di Sardegna dell’Ottocento e mi lascerei trasportare a bordo di una diligenza, come la definì il canonico Giovanni Spano nella sua Guida di Cagliari del 1861, ventisei ore di viaggio tra Cagliari e Sassari…

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