La Sardegna è una terra che gode di una grande notorietà all’estero, anche negli ambiti più inaspettati. È il caso ad esempio dell’animazione giapponese, che, in Sardegna, ha ambientato un film intitolato Tottoi.
Che l’animazione nipponica abbia un debole per il Mediterraneo non dovrebbe stupire: nel Mare Nostrum sono riprodotte non solo serie televisive, da Lupin III a Ristorante Paradiso, ma anche film come Porco Rosso di Hayao Miyazaki.
Sorprende, al contrario, la mancata percezione del fenomeno nel Mediterraneo. I cartoni animati potrebbero trasformarsi in un mezzo di promozione gratuita per il Mare Nostrum, ma, in genere, gli operatori turistici ritengono l’animazione come una componente poco significativa nelle strategie di marketing territoriale. Sotto questo aspetto Tottoi e la Sardegna sono un caso esemplare. Ma, al fine di comprendere meglio che cosa sia successo, faremo qualche passo indietro nel tempo.
Il cinema come (mancato) mezzo di valorizzazione del territorio
Siamo nel 1992. La Nippon Animation decide di realizzare l’adattamento cinematografico di un romanzo scritto da Gianni Padoan, Tottoi (1980). Il titolo del libro è preso dal nome del protagonista, che scopre l’ultima foca monaca nata nella Grotta del Bue Marino, situata nei pressi di Cala Gonone. Tottoi difenderà il cucciolo da un uomo d’affari senza scrupoli, grazie all’aiuto della comunità locale.
I dirigenti della Nippon Animation sono colpiti, in particolare, dall’anima ecologista del romanzo. Una tematica affrontata in serie animate di grande successo e da loro prodotte, da Conan, il ragazzo del futuro a L’Ape Maia. Lo studio d’animazione però non conosce Cala Gonone, ragion per la quale invia i suoi disegnatori per riprodurre in maniera fedele non solo i luoghi, ma anche le tradizioni della comunità locale.
Il lavoro della Nippon Animation è meticoloso ed apprezzabile in ogni sequenza del film: una motonave Tirrenia riprodotta nei minimi dettagli; le strade a forma di tornante per scendere da Dorgali a Cala Gonone; le tradizioni della comunità locale, dai balli sardi al pane carasau e al vino cannonau.
Ciò che manca a quei tempi è un ruolo attivo della Sardegna, incapace di comprendere quale grande opportunità di promozione territoriale abbia davanti a sé: la Nippon Animation è una delle case di produzione più importanti nel campo dell’animazione. Maestri del cinema animato come Hayao Miyazaki e Isao Takahata hanno lavorato lì per anni, contribuendo in maniera determinante al successo della compagnia.
Ma la Sardegna continua a mantenere un atteggiamento distaccato verso la Nippon Animation, nonostante i grandi progetti legati a Tottoi. Ricordiamone alcuni:
- la trasmissione di uno speciale televisivo in lingua giapponese su NHK (il servizio pubblico radiotelevisivo nipponico)
- una versione doppiata in inglese e distribuita in formato VHS in Gran Bretagna e negli Stati Uniti
- un adattamento in spagnolo trasmesso più volte nelle tv iberiche
- la produzione di un videogioco didattico per imparare la grammatica inglese, venduto per PlayStation e PC
Negli anni Novanta Dorgali, Cala Gonone e la Grotta del Bue Marino hanno la possibilità di essere conosciuti nelle lingue più diffuse del mondo, ma i piani della Nippon Animation procedono ancora senza suscitare particolare interesse in Sardegna.
Un segno tangibile di questa noncuranza è legata alla mancata distribuzione di Tottoi in lingua italiana: un’assenza particolarmente grave, se pensiamo al grande successo che la “generazione Bim Bum Bam” ha tributato da anni all’animazione giapponese.
La (tardiva) riscoperta del film
Passano due decenni dalla realizzazione del film, prima di poter vedere finalmente un’edizione italiana di Tottoi
. Presentata nel marzo 2012 durante la rassegna “Cinema Musica Società e Ambiente”, la versione doppiata è il risultato di un progetto nato in scuola media di Dorgali. Protagonisti un gruppo di studenti che hanno prestato la propria voce per il doppiaggio, creando una “particolare” versione italiana arricchita da espressioni in lingua sarda.
Proprio in quell’occasione si è parlato del cinema come mezzo di promozione delle location, ripercorrendo la storia dei film ambientati nella zona di Cala Gonone: da Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974) di Lina Wertmüller a Il signor Robinson – Mostruosa storia d’amore e d’avventura di Sergio Corbucci, oltre al recente Swept Away (2002) di Guy Ritchie.
Precedenti che hanno alimentato, nell’ambito della stessa rassegna, la speranza della distribuzione di un’edizione italiana di Tottoi. Aspettative poi cadute nel vuoto perché, ancora oggi, nessuno si è fatto avanti per distribuire il film animato in lingua italiana.
Certo. Non mancano in Italia società di distribuzione cinematografica come la Lucky Red, che, in particolare negli ultimi anni, ha curato la circolazione home video di capolavori – recenti e passati – dell’animazione giapponese. Ma nella maggior parte dei casi si tratta di opere legate allo Studio Ghibli e al nome del suo fondatore Hayao Miyazaki, cineasta che gode di una crescente fortuna nel nostro paese.
Tottoi, al contrario, è un’opera creata al di fuori di quell’ambiente cinematografico. Lo stesso regista del film, Kiyozumi Norifumi, in Italia è sconosciuto ai più e ciò rende ancora più difficile la possibilità di un doppiaggio italiano dell’opera.
Guardando indietro ai tempi della realizzazione di Tottoi, prevale l’impressione che la Sardegna abbia perso l’occasione giusta al momento giusto. Un vero peccato, in particolare se pensiamo alla distribuzione mondiale del film e all’assenza della Sardegna in quel momento storico.