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Definizione; la teoria del grappolo.

di Anna Cantagallo

Il tradimento è un gorgo che afferra e travolge. La vita d’improvviso si oscura. Niente sarà come prima (da Kintsugi, riparare la vita di Anna Cantagallo, Castelvecchi 2024).

Il significato originario del tradimento è legato al verbo latino tradere, ovvero consegnare, che implica il passaggio di qualcuno (un amico, un alleato) o di qualcosa (un’informazione, un segreto) da una parte verso un’altra. Tradere va inteso anche come portare se stessi da una parte verso un’altra. Il tradimento è un’azione che muta l’andamento e il senso dei rapporti fra le persone. Con questo atto si spezzano vincoli e patti, sono deluse aspettative e fiducia, viene rinnegata l’appartenenza. Per sua natura il tradimento nasce dalle relazioni ovvero dal rapporto con gli altri: persona, gruppi amicali, istituzione, patria, appartenenza religiosa. Ciascuno gruppo, grande o piccolo che sia, è un aggregato che presuppone un legame attraverso la condivisione. Dalla capacità di condividere del gruppo (l’appartenenza), si viene a creare un nuovo soggetto: il NOI.

Maslow in A theory of human motivation crea una gerarchia dei bisogni dell’individuo a forma di piramide. Alla base ci sono i bisogni fisiologici primari come fame, sete, sonno, sesso, mantenimento della temperatura corporea in luogo caldo, respirare, evitamento del dolore. Al gradino superiore i bisogni di sicurezza come sicurezza fisica (l’integrità del proprio corpo) e della salute  (il buon funzionamento del corpo); necessità di sicurezza nei vari contesti (casa, denaro, mezzo di trasporto, ecc.); bisogno di un alloggio (protezione).

Al terzo gradino ci sono le esigenze sociali: esigenze come amicizia, coppia, colleghi,  famiglia gruppi religiosi o di ideologie politiche o di svago (fan squadre di calcio). Ed inoltre in questo livello diventa imprescindibile l’accettazione sociale. L’appartenenza è il collante sociale.

Necessità di stima (riconoscimento).

Maslow ha descritto due tipi di necessità di stima: una inferiore e una superiore.

La stima di livello inferiore concerne la necessità del rispetto da parte delle altre persone come il bisogno di attenzione, apprezzamento, riconoscimento, reputazione, status, dignità, fama, gloria e inclusione sociale.

 Quella di livello superiore  concerne la necessità del rispetto di se stessi, e include sentimenti come fiducia, competenza, maestria, conquiste, indipendenza e libertà. Si tratta del massimo livello, quello a cui ogni individuo aspira per sentirsi realizzato.

Piramide dei bisogni di Maslow.

Ebbene il tradimento può violentemente destabilizzare la nostra collocazione nella piramide, quella dell’appartenenza, intralciando sia il percorso verso l’apice come pure incrinando il livello inferiore della sicurezza. Lo sforzo sociale di guadagnare e mantenere i vari gradini della piramide diventa scivoloso. Per non franare interiormente, a volte si ritorna al gradino più basso, amplificando i bisogni fisiologici in cui trovare conforto come la fame (disturbi dell’alimentazione) e il sesso.

 Se il NOI è aggredito dall’esterno il nucleo si rafforza, ma se viene attaccato da uno o più soggetti dall’interno mostra la sua fragilità e si frantuma in mille pezzi, come acutamente ha messo in luce Gabriella Turnaturi in Tradimenti.

 Il tradimento comporta la distruzione più o meno intenzionale del NOI,  l’abbandono non solo del singolo o di vari componenti del gruppo, ma la fuoriuscita dalla specifica relazione. Il tradimento del presente distrugge tutto quello che era stato in precedenza condiviso.

 Chi ha subito il tradimento si muove stordito nel senso di smarrimento nel non sapere più chi è e dove si trova, dopo che la parte che aveva consegnato all’altro – e che costituiva il loro NOI- è stata strappata via. Tale smarrimento che ottunde e rende apatici alla vita è stato magistralmente descritto da Elena Ferrante in I giorni dell’abbandono.

 Il tradimento ci fa scoprire vulnerabili. Un’azione, una parola dell’altro interpretate come tradimento portano a riscrivere il passato alla luce del nuovo evento. Noi siamo il passato che abbiamo vissuto e su questa certezza costruiamo la nostra percezione di chi siamo, pur muovendoci alla ricerca di una esplorazione incessante di sé che muta e si aggiorna continuamente. Ci collochiamo e ricollochiamo nel nostro gradino della piramide.

 Un intrigo di emozioni accompagna il tradimento come è possibile riconoscere dalle frasi comuni pronunciate, più o meno violentemente, alla scoperta dell’evento.

“Perché l’hai fatto?”; “Mi fai schifo!”; “Non mi toccare!”; “Ma tu chi sei? Non ti riconosco più!”; “Sono distrutta/o; non lo capisci?”.

Queste frasi esprimono cinque delle sei emozioni primarie, così definite perché presenti in tutte le società. Sono la sorpresa, il disgusto, la rabbia, la paura, e la tristezza.  Nel caso del tradimento manca solo la sesta emozione, potentissima, come la gioia.

 Per emozione si intende una reazione affettiva intensa con insorgenza acuta e di breve durata determinata da uno stimolo ambientale. La sua comparsa provoca una modificazione a livello somatico, vegetativo e psichico. Questa è la definizione formulata da Umberto Galimberti nel suo Dizionario di psicologia.

Secondo Candance B. Pert in Molecole di Emozioni tutto il nostro mondo emotivo non è che un insieme chimico di molecole che influenzano il nostro destino.

Voglio proporre un esempio facilmente comprensibile come l’innamoramento. La prima scintilla è collegata allo sguardo che intercorre tra i due e poi al sorriso, cosiddetto d’amore, che sollecitano in chi li riceve un breve scarica adrenalinica con conseguente accelerazione del battito cardiaco. A un contatto più ravvicinato è l’odore, prodotto dai ferormoni, proveniente da lei a lui e viceversa che innesca l’aggancio. L’infatuazione o attrazione che ne consegue è una violenta tempesta emotiva dovuta a una piccola molecola detta FEA, feniletilamina, molecola che è collegata al sistema limbico e all’amigdala, una ghiandola custode del ricordo delle nostre emozioni.

FEA è un’anfetamina naturale che fa imballare il cervello fino a farlo risultare  “drogato”. Altre frasi comuni possono spiegare bene il fenomeno iniziale come pure la sindrome d’astinenza alla fine dell’infatuazione. “Non capisco più nulla”; “Da quando ti ho conosciuto, il mondo mi sembra più bello”; “ Non posso più vivere senza di te”; “Se mi lasci, muoio”.

L’infatuazione ha vita breve. Il cervello non ce la fa a sostenere il suo stato di eccitazione ad alti livelli, intossicato dalla stessa anfetamina da lui prodotta. Gli scienziati  hanno convenuto  sulla durata media di tale stato. Se la cotta adolescenziale può svanire in poco più di una settimana, il legame da infatuazione  amorosa ha una durata codificata tra i 18 mesi e i 3 anni, con inizio del declino già dopo il settimo mese, come riportato da Hellen. E. Fischer in Anatomia dell’amore.

Per fortuna sopravvengono altre emozioni a sostenere il rapporto; prima tra tutte è quella dell’attaccamento. Quando l’infatuazione decresce, inizia a crescere il senso di attaccamento grazie ad altre molecole come le endorfine, oppiacei simili alla morfina prodotte dal nostro cervello, che operano per dare ai soggetti in amore un reciproco senso di stabilità e sicurezza. In più interviene in aiuto anche l’ossitocina a rendere più forte il legame con il senso di accudimento.

 In sintesi, si passa  dal “Non posso vivere senza di te” al “ Come sto bene con te”.

 Questa digressione sull’innamoramento e amore servirà a comprendere meglio il tradimento amoroso che verrà trattato in seguito.

Parliamo ora di sentimenti. Come si è detto, le emozioni sono brevi e intense, mentre i sentimenti possono essere più duraturi e sfumati perché sviluppati attraverso l’elaborazione cognitiva delle emozioni nel contesto personale e sociale del proprio vissuto. Pertanto, il sentimento è una reazione emotiva più duratura e complessa che coinvolge anche il pensiero e la riflessione, è un’emozione che ha acquisito un significato del tutto personale ed è stata integrata nella nostra identità emotiva.  Tra i sentimenti annoveriamo quelli postivi come gioia, allegria, gratitudine, compassione, lealtà, senso dell’onore, ammirazione, adorazione, apprezzamento estetico, divertimento, ma vanno citati anche  quelli negativi come ansia, noia, confusione, brama, disgusto, invidia, eccitazione, paura, orrore, interesse maniacale, resistenza, insoddisfazione, rancore, odio, vendetta e così via. Non dimentichiamo come la religione abbia individuato nei sette peccati capitali i sentimenti negativi che hanno un impatto sociale: ira, avarizia, invidia, superbia, gola, accidia, lussuria.  Di contro ha  catalogato le virtù capitali in: fede, speranza, carità, prudenza, giustizia, fortezza e temperanza. Le prime tre sono le virtù teologali, che rendono l’uomo in armonia con Dio.

Per rendere più comprensibile il discorso sulle dinamiche del tradimento voglio proporre una mia teoria, nata da un’osservazione casuale, colta in una famosa piazza romana: la formazione gigantesche bolle di sapone fatte da alcuni giocolieri di strada per divertire i bimbi. Erano bolle bellissime, dalle forme ovaloidi mutevoli, rivestite dei colori dell’iride, fluttuanti nell’aria che i prestigiatori riuscivano addirittura a far compenetrare una dentro altra fino a che il sapone con cui erano realizzati non riusciva più a mantenere la tensione e, all’improvviso, ecco le bolle rompersi. Al suono degli oh, ah dei bambini delusi si associavano i commenti dei grandi che già dall’inizio avevano intuito la fine di quella meraviglia.

L’idea della teoria del grappolo è venuta di notte, all’improvviso, come capita per le buone suggestioni, quando non puoi nulla sull’offensiva dei sogni.

Ipotizziamo che ciascun individuo sia rappresentato come un grappolo d’uva gigante che abbia degli acini più simili alle bolle di sapone: bolle di dimensioni diverse, trasparenti, fluttuanti, colorate, compenetrate le une nelle altre o staccate o addirittura piccolissime, pronte a rompersi. Queste bolle multiple costituiscono i vari NOI che compongono la nostra vita.

 Con uno sforzo immaginativo cerchiamo di collocare le bolle dei vari NOI.

Iniziamo da quello storico della famiglia in cui si è nati e che ha condizionato i nostri primi anni di vita che metterei al centro del corpo, per proseguire con il NOI compagni di scuola elementare, bolla lungo il braccio destro, quello utilizzato per iniziare a scrivere, e poi con il NOI compagni di scuola media e poi ancora con quello delle scuole superiori e così di seguito. Ciascuno potrà collocare le sue bolle secondo una graduatoria personale. Facendo questo gioco di immaginazione ci accorgiamo di quante bolle è composto il grappolo della nostra vita. Anche una chiacchierata in treno con uno sconosciuto a cui abbiamo confidato, chissà perché, dei segreti è una bolla di un NOI, seppur piccola o piccolissima, posta instabilmente su un capello, pronta a rompersi e a scomparire.

Quello che costituisce il cuore della bolla è la condivisione, la base del NOI, quello che fa dire io e te insieme, quella aggregazione che possiamo vedere (la bolla è trasparente) anche se ai margini qualcosa ci sfugge come incompressibile. Si tratta di una parte di inconoscibilità dell’altro (o degli altri), ma anche di se stessi.

Come si tiene la magnifica bolla dei giocolieri che sfida la legge di gravità per brevi attimi?

 La spiegazione è fisica e chimica: è dovuta alla tensione superficiale data dai legami di tipo elettrostatico tra le molecole che compongono l’involucro.

EMOZIONISENTIMENTI
Le emozioni ci dicono quello che ci piace e che non ci piace.I sentimenti ci dicono “come vivere.”
Le emozioni affermano: “Ci sono azioni buone e cattive.”Sentimenti affermano: “C’è un modo di essere giusto e uno sbagliato.”
Le emozioni affermano: “Il mondo esterno è importante.”I sentimenti affermano: “Le tue emozioni sono importanti.”
Le emozioni stabiliscono il nostro atteggiamento iniziale verso la realtà.I sentimenti stabiliscono il nostro atteggiamento a lungo termine verso la realtà.
Le emozioni ci avvertono dei pericoli immediati e ci preparano all’azioneI sentimenti ci avvertono dei pericoli attesi e ci preparano all’azione.
Le emozioni assicurano la sopravvivenza immediata di sé.I sentimenti assicurano la sopravvivenza a lungo termine
Le emozioni sono intense, ma temporanee.I sentimenti possono essere blandi, ma sostenibili.

Come possono mantenersi più o meno intatte le bolle delle nostre vite? Come può non scoppiare la bolla storica del NOI della famiglia, oppure quella dell’amicizia di lunga data, o di un amore per sempre?

 Nei rapporti sociali le bolle create dalla condivisione  hanno una tensione superficiale speciale, frutto dei sentimenti più potenti che il nostro vissuto possa sperimentare attraverso l’aggregazione. 

I sentimenti più forti sono quelli legati alla sfera amorosa con le variazioni sociali dello stesso: amore genitoriale, amore filiale, amore amicale, amore ideologico, amore sociale, amore sessuale fino a quello romantico. Non manca l’amore per se stessi nel NOI creato in palestra o alimentato con la cultura. Anche le emozioni potentemente negative, come diverse espressioni di odio, servono allo scopo: odio religioso, odio ideologico politico, odio razziale, odio di genere. Amore e odio sono, a mio parere, i sentimenti più potenti e necessari a mantenere la solidità della bolla,  mentre altri meno forti, ma non per questo meno necessari, potrebbero intervenire nel condizionarne la forma e la  mutevolezza. Le bolle del Noi nate dalle emozioni, meno durature, sono più effimere e pronte a rompersi.

Di Anna Cantagallo – Medico Umanista, Scrittrice

ANNA CANTAGALLO

medico, ha scritto numerose opere teatrali regolarmente rappresentate. Il romanzo Arazzo familiare (Castelvecchi, 2021), il primo della saga, ha ricevuto consenso di pubblico e di critica. Il sole tramonta a mezzogiorno, secondo romanzo della saga, (Castelvecchi 2022) ha vinto il primo premio ai concorsi Milano International 2021 e Iplac – Voci di Roma 2023. Il libro di ricette antiche Come cibo per l’anima (Redaction, 2023), collegato ai due primi romanzi, ha vinto il secondo premio al concorso Mario Soldati 2023, settore gastronomia. Kintsugi (Castelvecchi), il terzo della saga, è risultato fi nalista come inedito al concorso Giorgione 2023.

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