Ogni singolo passo mosso dal 1 settembre dello scorso anno da Roberto Cipresso e da Gaetano Cataldo, con la sua Identità Mediterranea, era indirizzato verso un percorso decisamente lontano, un punto indefinibile che nella migliore delle ipotesi risultava sfuocato ai più ma che allo stesso tempo, nel sogno del famoso winemaker e del nostro caporedattore enogastronomico, costituiva una visione chiara, luminosa e tangibile.
Quel punto a poco a poco ha cominciato ad avvicinarsi e sbucare dalla nebbia onirica che separa chi è capace di sognare da chi ha smesso di farlo, eppure per molti quel punto che concentrava idee, sentimenti e intuizioni risultava ancora inconsistente, distante.
Insomma non avere qualcosa tra le mani, eccezion fatta per un progetto ben definito per quanto non ancora realizzato, era il problema di fondo stando a chi non voleva credere, non voleva vedere, non voleva ascoltare, non voleva “suonare” o di chi non poteva, suo malgrado.
Diverse sensibilità forse, oppure prospettive così fuori dall’ordinario da disarmare i perbenisti o semplicemente chi per crederci deve aspettare che il “film” esca prima in tutte le sale e magari diventare attore di punta dopo tutto il girato.
Eppure dopo una selezione non facile 26 produttori di vino, mai se ne son messi così tanti tutti assieme per un vino, erano già più che un sogno, i partner strategici hanno messo a disposizione qualcosa di più che tangibile, i partner gastronomici ed i ristoratori si sono affidati alle intenzioni serie, ai valori che contano davvero e si sono “accontentati” di un vino che ancora non c’era, mentre il resto non comprendeva che dalle libere donazioni dipendevano tutta una serie di fattori, che molte cose bisognava farle prima per non ingolfare la parte grafica e comunicativa.
Tutti sono in grado di vedere una cosa quando è ultimata ed è normale purtroppo, perché non avere una visione comune e quindi non vedere la meta verso cui andiamo è il limite stesso dell’umanità, incapace di vedere che siamo sullo stesso vascello. Questione di cuore, questione di testa, questione di stati d’animo e di buone vibrazioni, di tempismo anche.
Sapere di voler fare qualcosa di buono per Procida, fuori da qualsiasi convenienza e logica commerciale, non bastava e non bastava neanche cercare di far capire che dove Procida andrà quest’anno è dove andrà tutta la Campania. Cosa è o sarà Mosaico per Procida verrà compreso tra un anno o tra dieci, persino da parte di chi ci è saltato dentro d’istinto senza sapere cosa stesse facendo e perché.
Tutti gli altri hanno saputo guardare oltre.
Tra questi Leonardo Costagliola, assessore al turismo e alle attività produttive del comune di Procida: in un anno dove il fattore tempo è raro per persone che come lui sono assiduamente impegnate al buon esito di una campagna laboriosa come quella di una capitale della cultura, ha saputo trovare il tempo, avere la pazienza, la sensibilità e la capacità di ascolto necessaria ad entrare nel cuore del progetto sin dalla sua fase embrionale. Risultato: il 22 ottobre del 2021, grazie alla sua mediazione, arriva la preziosissima delibera comunale con cui l’amministrazione procidana concede a Identità Mediterranea il patrocinio morale, ciò di cui la piccola associazione che si è fatta carico di eseguire il progetto aveva bisogno per dare seguito a tutte le finalità.
Di attestazioni di stima, pegni di estrema fiducia ed altri patrocini morali ne sono arrivati ancora: quello di Città del Vino e Donne del Vino da parte della presidenza nazionale, quella del MAVV-Wine Art Museum e la partnership fondamentale del presidente Eugenio Gervasio per la riuscitissima mostra che ha sortito l’etichetta della bottiglia celebrativa, successivamente quella della Fondazione Francesco Terrone di Ripacandida e Ginestra e, last but not least, il preziosissimo patrocinio morale dell’Associazione Italiana Sommelier ad arricchire di ulteriore appeal Mosaico per Procida.
Si è innescato un meccanismo virtuoso che ha coinvolto importanti imprenditori del wine packaging: la DS Glass della famiglia Gimmelli, la Belbo Sugheri con il fondamentale contributo di Pasquale Pirozzi, Re legno e la famiglia Romano col supporto di Agostino Pagnozzi e la grandissima competenza della Label Global Service di Michele Melzini con il sempre presente Ciriaco Palmariello a fare da link. Grandissimo il contributo della Blazon SJC e della Ubuntu Network che, oltre a fornire gli speciali qr code laminati, hanno reso possibile Mosaico per Procida diventasse la prima bottiglia celebrativa ad essere certificata in blockchain al mondo.
Inoltre, a dimostrazione che questa bottiglia celebrativa ha finito per diventare una sorta di vascello capace di far convergere verso Procida Capitale 2022, si sono uniti gli asset gastronomici della regione Campania: Nobile per il pomodoro con la famiglia Di Leo, Ella di Bufala con il fondamentale contributo del vulcanico cheese master Peppe Iaconelli, la grande vicinanza e l’affetto verso il progetto di Antonio Lucisano, lo stilista delle carni Sabatino Cillo, il Pastificio Di Martino ed il prezioso olio extravergine di oliva del Frantoio Torretta di Maria Provenza.
Sono a bordo tra le più grandi firme, i più talentuosi e giovani ristoratori e le più belle location, pure esse diversissime tra loro, dove degustare la Cucina Campana e la Dieta Mediterranea in ogni declinazione: Nino Di Costanzo del Danì Maison, Peppe Guida dell’Antica Osteria Nonna Rosa, Antonio Monti del Ristorante Montecorvo, il Zì Teresa , la Locanda del Gesù Vecchio, La Cantina del Mare di Pierpaolo Iovinelli, Giuseppe Molaro con il suo Contaminazioni Restaurant, il Roji, Dal Pescatore di Giuseppe Zaccaria, il ristorante Alessandro Feo, il Maria Luisa, il Zì Filomena, il Pappa e Poppa Hostaria dei fratelli Cosentino, il Sensi Restaurant, la Locanda del Postino, e meno male visto che parliamo di Procida, addirittura il Naples 15 di Salvatore Di Scala ed il Ristorante Notaro di Mario Notaroberto, rispettivamente a Madison nel Wisconsin e nel Lussemburgo, e persino una delle più antiche enoteche napoletane, quella di Nicola Scagliola. Tra tanti imprenditori anche qualche cittadino, anzi il solo: Pasquale Persico, un navigante proprio come il nostro Gaetano Cataldo, e per fortuna procidano. Bellissimi gli scorci forniti da Stefania Tardino con suo punto di vista ed il suo modo di raccontare l’enoturismo e gli scorci mediterranei.
Insomma Mosaico per Procida è diventata quell’irrinunciabile ed articolata opportunità di riunire realtà vitivinicole diversissime tra loro, come mai nessuno aveva fatto, di celebrare la capitale della cultura italiana del 2022, di riunire le più importanti associazioni italiane del vino, di svelare la creatività, il talento ed il senso di organizzazione, ove pochissimi hanno dimostrato di saper fare più di molti, senza grosse organizzazioni alle spalle, senza neanche finanziamenti o contributi, raccontando con sentimento e passione l’enogastronomia campana e le persone straordinarie che abitano questa terra meravigliosa.
Tutte queste premesse per annunciare un importantissimo riconoscimento a Mosaico per Procida, a Identità Mediterranea e a Gaetano Cataldo: il patrocinio morale della Regione Campania.
Questo quanto in esposto nella missiva della Giunta Regionale della Campania indirizzata al fondatore di Identità Mediterranea:
“Tale manifestazione rappresenta un evento importante ritenuto di rilevo culturale, sociale volto a promuovere la valorizzazione del territorio della nostra Regione”.
Lo stesso Gaetano Cataldo sostiene:
“Abbiamo lavorato sodo e siamo pur tuttavia consapevoli che c’è ancora tanto da fare, ma siamo determinati a compiere quella che reputiamo essere una buona azione che favorisca il nostro territorio e, soprattutto, desideriamo ardentemente che Procida abbia tutto il successo che merita, anche perché da ciò dipenderà l’idea che vogliamo dare della nostra terra e di noi stessi in quanto campani. Nel mentre pensavamo di essere soli, in special modo quando ci sono stati lunghi attimi di scoramento nelle fasi più difficili, eravamo osservati e dopo essere stati osservati siamo stati ascoltati: questo patrocinio è la dimostrazione che le Istituzioni ci osservano, ci ascoltano e sanno farlo con benevolenza, riconoscendo il valore delle piccole e grandi cose che facciamo, emozionandosi esse stesse assieme a noi. Un riconoscimento che ricade su tutti quanti noi, donne e uomini, cantine, produttori e ristoratori, un riconoscimento che arriva come un’affettuosa pacca sulla spalla che ci sprona ad andare avanti, a rinnovare le energie. Mi onoro di ringraziare a titolo personale ed a nome di tutti il nostro governatore Vincenzo De Luca, l’assessore all’Agricoltura Nicola Caputo ed il dott. Luciano D’Aponte, funzionario Servizi di sviluppo per la Viticoltura e l’Olivicoltura, unitamente ad Andrea Ferraioli, presidente del Consorzio Vita Salernum Vites, persone che entro e fuori dai difficili compiti istituzionali danno costante prova di attaccamento, passione e dedizione per il territorio, non di meno di una capacità di ascolto attenta ed umile verso piccole associazioni come la nostra. Confidiamo per il futuro di continuare a ricevere dal loro esempio lumi ed orientamento per progetti valoriali e di grande inclusione per rinnovare l’entusiasmo ed i buoni propositi che oggi ci animano all’unisono”.