Zaghouan
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di Veronica Paniccia

Basterebbe scendere verso Sud da Lampedusa per avere la possibilità di ammirare e visitare uno dei più suggestivi angoli della terra. Voliamo in Tunisia.
Dai villaggi berberi arroccati sulle colline, alle case scavate nel sottosuolo, la Tunisia traduce e riunisce nelle sue bellezze la maestosità del deserto, siti patrimonio Unesco e tesori naturali, protetti da una cultura sensibile alla modernità occidentale quanto alla propria identità storica.

Il paese offre reperti archeologici di notevole considerazione tra cui la Necropoli punica risalente al quarto-quinto secolo a.C., scoperta durante i lavori di ristrutturazione al museo di Sousse. Una Tunisia intrisa di mito e classicità (chi non ricorda la reggia di Didone, ove Enea approdò esule da Troia?).
Interminati spazi desertici che hanno ispirato un nugolo di artisti arricchendo il nostro immaginario: da Flaubert a Gide, da Paul Klee a Dizzy Gillespie.

Così dal palmeto di Nefta al mare di Djerba, immersi nell’oro della Moschea di Tozeur e quella della Medina di Tunisi, tra le musiche del villaggio berbero di Chenini, si entra quasi in una dimensione mistica. E’ quasi surreale condursi a dorso e passo di dromedario sulle tracce delle antiche carovane che si muovevano prive di qualsiasi bussola semplicemente osservando il cielo e i segni di un deserto sempre uguale ai nostri occhi ma, così eloquente per i beduini.

La Tunisia è un Luogo della spiritualità, colmo di fascino esotico da fuggire a qualsiasi descrizione. I sapori densi vanno assaggiati, immortalati negli occhi assieme alla sabbia sotto un cielo immobile.

Attraversarla a bordo di un fuoristrada, sicuri e quasi inarrestabili tra dune e fiumi, fa gola.
E’ il come di un viaggio indimenticabile, e l’entusiasmo della scoperta continua.
Giungere a Zaghouan villaggio da cui partiva l’acquedotto che riforniva Cartagine, spostarsi verso Hammam Bent Jedidi villaggio dalla tipica architettura e famoso per le sue sorgenti termali è considerarla nella sua quasi perfetta e inalterata conservazione secolare.Visitare Kairouan, città santa e capolavoro dell’Islam, scoprire la Storia nel museo etnologico di ” Dar Cherait ”, esperienze imprescindibili se si vuole cominciare a conoscere un poco le matrici culturali di questo splendido sito. così come è d’uopo attraversare Chott El Jerid: il meraviglioso deserto di sale e accamparsi nell’oasi di Ksar Ghilane nei pressi di una piscina naturale di acqua termale.Dormendo in tenda come i beduini dei tempi immemorabili. Inoltrarsi poi, nell’entroterra e visitare i ” ghorfa ”: antiche fortificazioni che servivano a difendere i granai, oggi adibiti ad abitazioni.

E come non restare abbagliati dai colori delle stoffe così sapientemente mostrate e disposte nei numerosi ” suk ”( mercati coperti) presenti ovunque.
Un’Africa distante da leoni, ma non per questo meno indimenticabile e preziosa.
Credo di dover lasciare il passo, lo spazio e il tempo all’esperienza di ognuno. La pratica d’altronde, è teoria non detta.

 

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