Si intitola “De insula. Dall’Ottocento al contemporaneo” la mostra antologica ideata e curata da Antonello Carboni e Silvia Oppo, promossa dall’Arcidiocesi di Oristano e dal Comune di Oristano, che si sviluppa tra la Pinacoteca Comunale Carlo Contini e il Museo Diocesano Arborense di Oristano.
La mostra regala una preziosa e molto vasta selezione dell’arte sarda e accompagna il pubblico in un viaggio attraverso 160 anni di storia. Grazie a capaci e lungimiranti collezionisti privati, che hanno messo i loro tesori a disposizione dei curatori, sono esposte 300 opere tra tele, ceramiche, installazioni e sculture realizzate da 149 artisti che raccontano il mondo artistico e culturale sardo in costante evoluzione dall’ottocento sino ai giorni nostri.
Le opere esposte in Pinacoteca, nelle sezioni della mostra dedicate alla ceramica, alle neoavanguardie e ai giorni nostri, hanno il merito di mostrare come le giovani generazioni di artisti ben figurano e anzi si esaltano nel confronto con coloro che li hanno preceduti.
Sorprendenti le numerose ceramichecome la sorridente Offerente con canestro che con le garbate giovinette in costume di Federico Melis, crescono e diventano donne eleganti nelle mattonelle del fratello Melckiorre.
Nella sezione dedicata alle neoavanguardie, Russia e America compaiono nell’opera di Primo Pantoli Tradimenti e in quella di Angelo Liberati Dopo il declino dell’impero americano.
Una delle opere più recenti in mostra La paix esy femme, un acrilico su carta, di Kiki Skipi fa ben sperare che il conflitto, tra Russia e Ucraina, ora in corso, possa giungere ad una positiva conclusione.
Il silenzio delle sale sembra riempirsi del suono della piccola, ma potente e vibrante Pietra sonante in trachite di Pinuccio Sciola.
Le periferie delle città, a volte poetiche, ma spesso difficoltose e dure emergono prepotenti e contradditorie nelle due opere di Nicola Caredda.
In un gioco di rimandi tra passato e presente ecco Majga, il tappeto di Italo Antico che diventa scultoreo nell’opera Inteference di Federico Fadda, che richiama alla mente anche il grafismo delle opere di Ermanno Leinardi.
Il Museo Diocesano ospita tre sezioni: Il Sacro, l’Ottocento e il Novecento e qui il visitatore, accolto dai Chierichetti di Dino Fantini, ha una guida d’eccezione in Francesco Ciusa, con il Cristo di pasta marmo e la Mammina che lega la cuffia affiancata alla Madonna con bambino dell’Altarino di Edina Altara. Le candele che illuminano la Processione notturna del giovedì Santo a Nuoro di Antonio Ballero richiamano alla mente il palpitante e potente Fuoco di Sant’Antonio (scultura realizzata negli anni ‘80) di Angelo Sciannella esposto in Pinacoteca.
Tra sacro e profano la piccola Maternità sarda di Giovanni Battista Rossino. Mentre profano, ma non per questo meno solenne, è Il Bar, un acquerello di Costantino Nivola.
Passiamo dall’Ottocento al Novecento con le opere che mostrano la grandezza dei nostri artisti come ritrattisti. La vestizione della sposa è un divertente acquarello di Mario Mossa Demurtas a cavallo tra tradizione e modernità in cui colpisce lo sguardo irriverente del fanciullo mentre il servizio da caffè sembra trasportarsi nell’opera che ho amato di più: le Tre donne in giallo (Il caffè) di Giuseppe Biasi, donne volitive incastonate in un mondo che sa di Sardegna e Spagna.
Solo un anno separa due ritratti in cui la collana azzurra si scioglie e diventa bianca: Profilo di Signora di Melkiorre Melis e La collana di perle di Marius Ledda che potrebbe appartenere al gruppo artistico del Novecento. Tradizione e quasi folklore, ma attenzione alla moda degli anni venti sono i veri protagonisti della tempera Frutto Esotico di Tarquinio Sini, frutto nostrano che troviamo nel Pastorello con Fico d’India che dialoga ravvicinato con Donna in abito di Nuoro, l’altra opera in mostra delle Sorelle Albina e Giuseppina Coroneo.
Visitando la mostra si vivono suggestioni che attraversano il tempo, anzi quasi ne escono, si passa dal classico della tradizione per immergersi nella modernità e nell’avanguardia, ma tenendo a mente l’innovazione. Si intraprende un affascinante ed entusiasmante viaggio dal passato al presente con uno sguardo proiettato verso il futuro. Artisti giovani e di indubbio talento si incrociano e dialogano con i grandi artisti del passato isolano.
L’invito è di farsi guidare dall’emozione e trovare, scoprire o riscoprire la propria opera del cuore tra quelle selezionate con competenza e passione dai due curatori della mostra.
Non è possibile un riferimento a tutti gli artisti, ma è giusto che tutti ricevano il loro giusto riconoscimento per aver dato lustro all’arte de insula.
Artisti in esposizione nella Pinacoteca Comunale Carlo Contini: Luciana Aironi, Italo Antico, Silvia Argiolas, Nicola Atzori, Irene Balia, Antonio Bardino, Gaetano Brundu, Zaza Calzia, Nicola Caredda, Gianni Casagrande, Andrea Casciu, Tonino Casula, Roberto Chessa, Francesco Ciusa, Carlo Contini, Antonio Corriga, Antonello Cuccu, Nino Dore, Davide Fadda, Federico Fadda, Roberto Fanari, Salvatore Fancello, Salvatore Fara, Nicola Filia, Gino Frogheri, Gavino Ganau, Salvatore Garau, Vincenzo Grosso, Silvia Idili, La Fille Bertha, Caterina Lai, Maria Lai, Ermanno Leinardi, Angelo Liberati, Mauro Manca, Claudia Matta, Tonino Mattu, Luigi Mazzarelli, Max Mazzoli, Silvia Mei, Federico Melis, Melkiorre Melis, Michele Mereu, Narcisa Monni, Wanda Nazzari, Costantino Nivola, Giovanni Nonnis, Alessio Onnis, Primo Pantoli, Igino Panzino, Pastorello, Paolo Pibi, Marco Pili, Ciriaco Piras, Mario Porcù, Claudio Pulli, Francesca Randi, Rosanna Rossi, Giuliano Sale, Giovanni Sanna, Josephine Sassu, Angelo Sciannella, Pinuccio Sciola, Scuola Ceramica di Oristano, Maria Jole Serreli, Marcello Simeone, Kiki Skipi, Federico Soro, Mauro Staccioli, Ausonio Tanda, Alfredo Tanchis.
Artisti in esposizione al Museo Diocesano Arborense: Giuseppe Altana, Edina Altara, Antonio Amore, Antonio Atza, Ubaldo Badas, Antonio Ballero, Giuseppe Biasi, Remo Branca, Edoardo Buffa, Piero Busonera, Antonio Caboni, Cesare Cabras, Pompeo Calvia, Liliana Cano, Enrico Castagnino, Giovanni Cau, Giuseppe Citta, Gaetano Ciuffo, Francesco Ciusa, Giovanni Ciusa Romagna, Pietro Collu, Carlo Contini, Albina Coroneo, Giuseppina Coroneo, Antonio Corriga, Mario Mossa De Murtas, Mario Delitala, Stanis Dessy, Francesca Devoto, Salvatore Fancello, Dino Fantini, Salvatore Fara, Filippo Figari, Bachisio Secondo Figus, Carmelo Floris, Foiso Fois, Salvatore Garau, Toni Geic, Hoder Claro Grassi, Maria Lai, Marius Ledda, Fabio Lumbau, Giuseppe Magnani, Albino Manca, Mauro Manca, Pietro Antonio Manca, Vincenzo Manca, Simone Manca di Mores, Paolo Maninchedda, Giovanni Marghinotti, Giovanni Marras, Salvatore Massoni, Libero Meledina, Melkiorre Melis, Pino Melis, Felice Melis Marini, Francesco Menzio, Alessandro Mola, Giovanni Maria Mossa, Antonio Mura, Costantino Nivola, Mario Paglietti, Bernardino Palazzi, Eligio Pintore, Valerio Pisano, Antonino Pirari, Giovanni Pisano, Giuseppe Porcheddu, Emilio Scherer, Pinuccio Sciola, Giuseppe Sciuti, Tarquinio Sini, Primo Sinopico, Costantino Spada, Gaetano Spinelli, Ausonio Tanda, Eugenio Tavolara, Gavino Tilocca, Benedetto Nicola Tiole.
La mostra nelle due sedi di Oristano è visitabile sino al 30 giugno.
Pinacoteca Comunale Carlo Contini: tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19
Museo Diocesano Arborense: tutti i giorni dalle 17 alle 20 – sabato e domenica dalle 10: alle 13 e dalle 17 alle 20