Share

Il QUAVS (Qualità della Vita in Sardegna) è un indicatore di benessere realizzato da IARES (Istituto Acli per la Ricerca e lo Sviluppo).1Tale indicatore si colloca all’interno del filone di ricerca che considera la possibilità di costruire uno strumento multidimensionale attraverso il quale misurare il grado di sviluppo della società, sintetizzando i differenti ambiti che la caratterizzano. Alcune linee in tal senso sono state indicate dalla Commissione di studio promossa nel 2008 dal presidente francese Nicolas Sarkozy e coordinata dagli economisti Stiglitz, Sen e Fitoussi, che focalizza l’attenzione sulla necessità di elaborare un indicatore che, rispetto al PIL, colga in maniera più attenta ed esaustiva la complessità dell’attuale sistema economico e sociale.

Adottando la metodologia utilizzata dalla campagna Sbilanciamoci! per l’elaborazione del QUARS (Qualità Regionale dello Sviluppo)2, si è costruito un indicatore di qualità della vita nelle province sarde. Questo indicatore è il risultato della sintesi di 54 variabili, raggruppate in otto aree: Ambiente, Economia e Lavoro, Diritti e Cittadinanza, Istruzione e Cultura, Salute, Pari Opportunità, Partecipazione e Disagio Sociale. Ad ognuno di questi ambiti corrisponde un macroindicatore che permette di effettuare un confronto tra le province e stilare quindi una classifica per ogni area. La sintesi degli otto macroindicatori genera a sua volta l’indicatore “Qualità della vita”.3

Le province di Cagliari, Olbia-Tempio e Nuoro sono risultate essere quelle con una migliore qualità della vita. Oristano, Sassari e le nuove province si collocano invece al di sotto della media, con la provincia del Medio Campidano fanalino di coda. La classifica relativa alla qualità della vita deriva comunque dalla sintesi di risultati differenti all’interno dei singoli ambiti analizzati. Così, per esempio, si registra una situazione perlomeno parzialmente capovolta dal punto di vista ambientale, con il Medio Campidano e l’Ogliastra che occupano i primi due posti nella classifica relativa a quest’ambito. Ci sono province che tendono a collocarsi su posizioni simili nelle varie classifiche relative alle diverse aree e altre che oscillano maggiormente, situandosi ora al vertice, ora in coda.

Cagliari tende a posizionarsi tra le prime quattro posizioni (al primo posto in pari opportunità e salute), nonostante sia da sottolineare l’ultimo posto occupato nella dimensione relativa a diritti e cittadinanza. Olbia-Tempio alterna invece situazioni di eccellenza (economia e istruzione) ad altre decisamente peggiori (ambiente, disagio sociale e pari opportunità). Spesso Sassari finisce in fondo alla graduatoria o sotto la media, sebbene occupi posizioni di vertice – ma mai la prima posizione – per quanto riguarda l’istruzione e la cultura o la salute. Sassari è la provincia con la performance peggiore nell’indicatore sul disagio sociale. Le nuove province, con l’eccezione di Olbia-Tempio, sembrano al momento aver ereditato situazioni difficili da gestire e per le quali sono necessari numerosi sforzi: sebbene in alcuni casi facciano registrare la performance migliore tra le province isolane (il Medio Campidano per la qualità ambientale e l’Ogliastra in diritti e cittadinanza), presentano poi risultati al di sotto della media isolana in indicatori quali istruzione e cultura o partecipazione.

Tuttavia, le nuove province presentano scenari differenti tra loro: così, mentre Carbonia-Iglesias sembra essere molto legata alla provincia di origine (Cagliari), Medio-Campidano ed Ogliastra se ne distinguono nettamente, ad indicare (come nel caso di Olbia-Tempio) una peculiarità di cui tener conto nell’ambito sul dibattito relativo all’opportunità o meno di queste nuove realtà giuridiche. Che esse permangano o meno, il quadro delineato dal QUAVS mostra chiaramente che necessitano di politiche ed azioni apposite.

La decisione riguardo quali variabili debbano concorrere alla misurazione della qualità della vita mantiene un certo carattere di arbitrarietà. Qual è, infatti, il grado di incidenza di un determinato fattore o fenomeno sulla qualità della vita? È maggiore o minore rispetto ad altri? Come valutare se contribuisca all’innalzamento oppure al peggioramento della qualità della vita? Nel caso della variabile relativa alla densità di popolazione, per esempio, un valore molto elevato probabilmente incide negativamente sulla qualità della vita; allo stesso tempo un valore molto basso può essere considerato come indice di buona qualità della vita? Quale dovrebbe essere il valore di densità di popolazione tale da poter essere considerato sinonimo di qualità? Sulla base di quali considerazioni si potrebbe determinare questo valore? Occorre poi considerare anche il fattore soggettivo. Vi risulterebbe sicuramente difficile convincere un giovane con in tasca un MBA del fatto che sia preferibile vivere in un paese rurale o di periferia piuttosto che in una metropoli, dotata di servizi, con un denso sistema di reti sociali, circolazione di idee e opportunità lavorative e di carriera, perché anche l’ambito economico-lavorativo concorre nel determinare la qualità di vita. Allo stesso tempo, esistono molte persone che non abbandonerebbero per nulla al mondo il loro tranquillo paesino di periferia per andare ad abitare in una città affollata, con prezzi degli affitti altissimi e dove è impossibile trovare parcheggio.

Qualità della vita, benessere, sviluppo: si tratta di concetti relativi che rappresentano dimensioni spesso difficili da definire e misurare, soprattutto quando si cerca di andare oltre l’aspetto prettamente economico. Si è quindi ancora ben lontani dal produrre un indicatore di benessere che possa essere complementare o addirittura sostituire non solo quelli a carattere economico come il PIL, ma anche altri che, come per esempio l’Indice di Sviluppo Umano, abbracciano più ambiti e pongono l’accento su aspetti a carattere sociale. La consapevolezza delle difficoltà e incertezze non esime comunque chi si occupa di tali tematiche dall’impegnarsi nella ricerca di strumenti in grado di rendere misurabile e confrontabile il grado di sviluppo della società (e delle società), nelle diverse dimensioni territoriali.

1 Osservatorio sull’Economia sociale e civile in Sardegna – VII Rapporto IARES, Cuec Editrice, Cagliari 2011.

2 Sbilanciamoci! È una campagna sociale a cui aderiscono oltre 40 associazioni della società civile, che dal 2003 stila una classifica sulla qualità dello sviluppo in Italia a livello regionale, il QUARS appunto.

3 Si sono successivamente applicate allo studio sulla qualità della vita in Sardegna nuove metodologie volte a correggere le distorsioni provocate dalla media non ponderata degli indicatori (Mazziotta-Pareto Index) ed a integrare il QUAVS con variabili soggettive e quindi di percezione (Indicatore Sintetico Globale di G.Puggioni), che non hanno comunque alterato sensibilmente i risultati ottenuti in precedenza.

Gli autori della ricerca sono: Sara Frau, Riccardo Piras e Vania Statzu per conto di IARES – Istituto ACLI per la Ricerca e lo Sviluppo

Leave a comment.