Mostra il racconto della montagna
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Venerdì 12 giugno apre al pubblico la mostra Il Racconto della Montagna nella pittura tra Ottocento e Novecento al Palazzo Sarcinelli di Conegliano (TV).

L’esposizione, allestita al Palazzo Sarcinelli di Conegliano fino all’8 dicembre 2020, avrebbe dovuto essere visitabile dal 6 marzo al 5 luglio, ma, nell’attuale situazione di emergenza sanitaria, non ha potuto aprire i battenti finora. Si tratta, dunque, di un’assoluta novità nel panorama culturale veneto e italiano.

Per festeggiare insieme l’apertura, venerdì 12 giugno l’ingresso sarà gratuito per tutti (orario 11>19) e alle 12.30 è prevista una visita guidata gratuita per il pubblico con i curatori, fino a esaurimento posti disponibili (senza bisogno di prenotazione).

Promossa dal Comune di Conegliano e da Civita Tre Venezie, con il patrocinio della Regione del Veneto e della Fondazione Cortina 2021, la collaborazione della sezione del CAI di Conegliano e della Società Alpina delle Giulie di Trieste, Il racconto della montagna nella pittura tra Ottocento e Novecento è il terzo appuntamento del ciclo dedicato al paesaggio nella pittura veneta tra XIX e XX secolo a Palazzo Sarcinelli. Curata da Giandomenico Romanelli e Franca Lugato, l’esposizione è volta ad approfondire il tema della montagna, che si presenta in forma significativa nella pittura italiana di veduta già a partire dalla metà dell’Ottocento, acquistando una sempre più decisa caratterizzazione tra la fine del secolo e i primi decenni del successivo, anche grazie alle esplorazioni scientifiche e alla conquista delle più alte cime.

La scoperta (e la riscoperta) dei nostri luoghi ora più che mai è un invito a ripartire insieme dalla bellezza e dalla cura per il nostro patrimonio. L’incredibile rassegna “Il racconto della montagna nella pittura tra Ottocento e Novecento” offre un percorso inedito tra le meravigliose Dolomiti, raccontando la fascinazione esplosa tra Ottocento e Novecento per la montagna, come mostrano le prime scalate di alpinisti ed alpiniste, gli interessi della pittura, della pubblicistica, della cartografia, la costituzione dei primi club alpini, nonché volumi e studi ancora oggi poco noti.

Accanto alle tele di Ciardi, Compton, Flumiani, Pellis, Salviati, Sartorelli, la rassegna presenta anche curiosità e approfondimenti storico-sociali perlopiù inediti. Dal focus sulla trevigiana Irene Pigatti, tra le prime alpiniste donne delle Dolomiti, al ritratto di Giuseppe Mazzotti, instancabile promotore della qualità del turismo trevigiano e della scoperta della montagna, dai primi turisti (inglesi) delle Dolomiti con il libro The Dolomite Mountains al testo, vero e proprio viaggio tra le bellezze italiane, Il Bel Paese di Antonio Stoppani, fino ai preziosi taccuini illustrati dell’artista alpinista triestino Napoleone Cozzi. Non mancano i meravigliosi manifesti della Collezione Salce. L’accattivante allestimento permetterà di far rivivere la passione e l’emozione delle straordinarie imprese alpinistiche e l’atmosfera del tempo.

Oltre ai dipinti, la rassegna presenta una selezione di pubblicistica, cartografia, volumi, stampe, a testimonianza della fortuna e del crescente richiamo che il tema assume nella seconda metà dell’Ottocento. Oltre che importante meta turistica, in linea con una tendenza diffusa in altri paesi europei come la Francia e la Gran Bretagna, la montagna ha rappresentato, infatti, un segno identitario dell’Italia e del suo patrimonio culturale,
parallelamente al compimento dell’unità nazionale.

In questo contesto le Dolomiti costituiscono un assoluto protagonista grazie alle loro possibilità formali e cromatiche. Apre il percorso espositivo il primo libro dedicato alla loro esplorazione, The Dolomite Mountains, pubblicato nel 1864, scritto e illustrato da due viaggiatori britannici, Josiah Gilbert e George Cheetham Churchill. Armati di block notes e colori, Josiah e George esplorano zone piuttosto sconosciute delle Alpi insieme alle loro mogli. Queste due coppie rappresentano “i primi turisti in assoluto” delle moderne Dolomiti.

Il percorso si chiude con la storia eccezionale del triestino Napoleone Cozzi (1867-1916), uno dei primi interpreti dell’alpinismo senza guida nelle Dolomiti e precursore dell’arrampicata sportiva a Trieste. In mostra sono esposti tre suoi taccuini, conservati nell’Archivio della Società Alpina delle Giulie di Trieste e noti quasi esclusivamente agli addetti ai lavori.


Orari
Apertura venerdì 12 giugno, ingresso gratuito, orari 11>19.
La mostra è aperta anche sabato 13 e domenica 14 giugno, sempre dalle 11 alle 19. La rassegna sarà poi aperta regolarmente dal giovedì alla domenica, dalle 11 alle 19.
Per aggiornamenti e informazioni, consultare il sito.

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