Grande soddisfazione per i lavori premiati quest’anno, poesie e racconti in italiano ma anche in sardo, che contribuiscono ad arricchire il patrimonio letterario
Sabato 4 giugno si è svolta la serata di premiazione del concorso letterario ‘Noi e gli altri’, organizzato dalCentro Italiano Femminile di Sestu.
La bella Casa Ofelia, un’antica casa campidanese, ha fatto da sfondo al passaggio degli autori vincitori di questa seconda edizione del concorso e ha accolto un pubblico numeroso e attento ai diversi passaggi delle premiazioni. Tre erano, infatti, le sezioni coinvolte: Racconto breve, Poesia in italiano e in sardo e la sezione dedicata alla scuola.
Il primo premio, per la sezione racconti, va a Michele Muresu con il suo Apologo del’arroganza (il racconto in allegato sul link)
La motivazione:
Con la sua veste da excursus storico, Apologo dell’arroganza riflette la dimensione umana in tutta la sua fallibilità. Emerge l’incostanza della moltitudine, la sua incapacità di discernere il bene dal male, il suo inseguire i falsi miti imposti da quello che viene comunemente chiamato progresso. Seppure nello spazio breve del racconto, l’opera è un sottile invito alla riflessione, a non perdere la memoria storica e a guardare il mondo con occhio critico. Apprezzabile la prosa asciutta, che ben si coniuga con l’analisi spietata delle nostre debolezze, priva di inutili ricami stilistici che ne avrebbero forse mitigato la durezza, ma anche il necessario realismo.
Menzione speciale al racconto “Adolescenza perduta“ di Giuliana Zurru
(il racconto in allegato sul link)
La motivazione:
Ricordi che si disperdono come polvere al vento, un dolore impossibile da elaborare, la distanza siderale tra un uomo che cerca di tornare alla vita dopo la scomparsa della moglie e una figlia abbandonata alla propria solitudine: Adolescenza perduta ci ricorda che il tempo non torna e che bisogna aver cura dei propri affetti, soprattutto se sono virgulti appena affacciati al mondo adulto. Un ritmo crescente, arricchito da metafore e similitudini che abbracciano il lettore e gli trasmettono lo smarrimento della protagonista di fronte alla cupidigia carnale di suo padre, che come “polpo allo scoglio” si attacca a un nuovo amore, incurante della dissolvenza in nero a cui la loro esistenza non potrà sottrarsi.
Numerosi i bambini partecipanti dalle scuole elementari e medie del comune di Sestu, accompagnati dai loro genitori e dalle insegnanti, anch’esse premiate per il loro impegno nell’aiutare i bambini a rispondere al tema proposto.
Per la sezione scuola vincono 3 piccole scrittrici in erba, che hanno colpito il pubblico per la loro bravura, maturità e sensibilità. Vincono questa sezione:
“Da bambini non avevamo” di Sara Fadda, della Classe 5 B – Scuola Primaria – I.C. Sestu “Gramsci +Gianni Rodari”
“La Sestu del passato” di Laura Guzzardi, della Classe 4a D – Scuola Primaria – 1° Circolo San Giovanni Bosco
“Immagina di essere una nonna e raccontare a tuo nipote” di Viola Labate della Classe 1H – I. C. Sestu “Gramsci + Gianni Rodari”
I Racconti dei bambini delle scuole primarie e secondarie di Sestu (i racconti in allegato sul link)
Le poesie premiate sono state quattro. Una vincitrice per la sezione poesia in sardo: Marinella Fois con “Su fragu de sa bingia”. Poesia capace di aprire paesaggi conosciuti e non solo campestri. La lirica è fatta di scrittura come recupero consapevole dei segni dell’infanzia: tempi vissuti con poco, alla ricerca di braccia tiepide e rassicuranti. La musicalità del dialetto, il nostro campidanese, apre a nenie le cui note sanno di pampini figli di mani nodose e amate.
Il primo premio per la poesia in Italiano va a Lorena Ghironi per la sua “Il profumo dei ricordi”. Un delicato intreccio di ricordi evocati dall’apertura di un cassetto rimasto chiuso e dimenticato per molto tempo. Dagli abiti impregnati ancora di vita riemergono colori, odori, ricordi, luci e ombre che trafiggono e consolano il cuore nella spasmodica ricerca del significato dell’esistenza. Lontana dalla retorica, la parola trasuda l’emozione che deriva dalle piccole cose ritrovate.
Numerosi i poemi di qualità arrivati in concorso, tanto da rendere difficile la selezione e far sì che ben due menzioni speciali siano state attribuite dai giurati.
La prima va a Maria Carmela Scalas per “Piccolo fiore del deserto”, lirica che affronta un tema d’attualità: l’emigrazione e le sue vittime in mare, un’accorata denuncia dell’indifferenza che viene riservata ai migranti. Con la delicatezza e la forza prorompente della poesia lontana dai luoghi comuni e dai binari morti delle cronache, sono gli occhi innocenti di un bambino a dare la misura del dramma, evocando fiori, giochi, canti della casa lontana.
La seconda menzione speciale va al giovane e talentuoso Alessio Simoni, che con “Insetto d’ambra” ha saputo creare un’immagine di rara forza ed efficacia. Un’originale metafora che contrappone l’immobilità dell’insetto d’ambra al desiderio di relazione e d’amore custodito nel cuore.
Come l’insetto d’ambra, si vive prigionieri nella resina del tempo e dello spazio, incapaci di superare le distanze e di spiccare il volo, rassegnati all’esistenza fossilizzata nella teca dell’incomprensione.
La lirica contrappone contatto e distanza, immobilità e dinamismo, rassegnazione e desiderio di lottare, in un susseguirsi di versi ritmati e incalzanti.
Poesie premiate
1° Premio Poesia in Italiano
a
Lorena Ghironi
con
Il profumo dei ricordi
Ci sono cose
che nemmeno lo scorrere del tempo
riesce a cambiare.
Come certi vecchi abiti
a lungo dimenticati in un cassetto,
impregnati dell’odore del passato, unico,
inconfondibile alla nostra memoria.
Respirati di un dolore immutato come il loro profumo,
che abitava i nostri giorni ormai lontani.
Lenta è la morte del ricordo.
A volte, senza fine.
Raccolgo un fiore che non potrà mai più sbocciare.
Cerco di sentirne l’essenza,
rimasta tra i petali scoloriti,
ripiegati su di un peso che già non li disperda nell’aria,
tra i campi, dove prima risplendevano di sole.
Sa di un inaccettabile, ingiusto addio,
mai glorificato.
Nutrito di tutte le menzognere, tradite speranze
divenute oggi un timido benvenuto al presente
che mi lascia qui.
Terrena, fragile ma intera e viva.
1° Premio Poesia in Sardo
a
Marinella Fois
con
Su fragu de sa bìngia
Custus bistìris de su corpus tùu buìdus
mi nanta de tui babbu
de cussus mudiminis sentz’’e acabu.
Gorròpus fungùdus de tristura
imoi prenus de soledadi e amargura.
Deu furamu greis a su tempus
po ti donai totu su chi sa vida disconnota
ti nd iat pigau che ladroni a faci mudàda.
Ma… torrendinci a pensai, oi
iapessi furau is dìis is mesis is annus.
S’arrisu tùu si fiat perdiu cun tui
allupau cun tui in is àcuas trullas de s’annèu.
E sciuliasta is unicus imprassidus mius chi nci bogàsta
casi tenessist bregùngia de amostai sa timidesa.
Ma s’amori miu fiat mannu
prus forti de sa bregùngia tua
e candu de bàsidus a fura atumbamu
is trempas tuas stasìas
una nui mi fascàda de su fragu tùu tèbidu.
Fragu de sartu de bìngia
de follas de figu de murta e moddìtzi.
S’arregordu tùu at bivi cun mei
fintzas a sa dì in sa cali tempus at a benni
chi as allonghiai sa manu po mi condusi
ancora in sa bìngia tua stimàda
no prus de sudòri abangiàda ma de giuàlis de àxina.
At a benni cabudanni…Po sa binnenna!
Eus arregolli is tronis di oru!
Nd eus a fai nèttari po bisai ancora
e cun pibionis doraus cannàcas de perlas.
E sa terra generosa no s’at bolli mali
po nd d’essi pigau is prendas.
Menzione speciale
a
Maria Carmela Scalas
con
Piccolo fiore del deserto
Boccio di deserto,
Dove la speranza si disperde
Come granelli di sabbia,
E la vita umana
Ha la consistenza delle dune.
Denutrito e assettato non dall’aridità
Delle distese sabbiose,
Ma dalla cupidigia di esseri spregevoli.
Tenuto stretto da un amore materno,
Hai precorso le strade del Golgota
In attesa di resurrezione.
La barca che ti attende
Non è quella di Pietro,
Né si riempie per te di pesci guizzanti.
Legni imputriditi,
Feriti da angoscianti miserie,
Accolgono le tue paure.
Incolpevoli acque
Flagellano il traballante relitto,
Accentuando la crudeltà del boia.
E tu, piccolo fiore del deserto,
Abbracciato alla tua mamma
Ti lasci cullare dalle onde
Dolcemente, dolcemente…
Quando l’angelo ti mette le ali
Ti libri in volo,
Sognando valli fiorite,
Manine multicolori
Strette in girotondo,
Canti e giochi nella tua casa lontana.
Menzione speciale
a
Alessio Simoni
con
Insetto d’ambra
Immobile insetto d’ambra,
preso alla vita in un fermo inferno
privo di contatti, vivo.
Che male al cuore stare lontani
nello stesso luogo,
accanto.
Ingiusto è il destino
che mi scelse
o questo male lo creò il divino?
Se fosse questo il giusto pensare,
se fosse un vero gioco divino,
direi che forse dall’alto qualcuno,
soggioga il creato,
inventando il crudele destino,
per la paura di veder ogni uomo vicino.
Lontana è la mano che ama,
per quanto il contatto
ad un palmo è vicino.
Io non arrivo,
al corpo che sento di fianco.
Insieme a te, in questa stanza.
Immobile a percorrere la poca distanza,
vivo saldo
come insetto d’ambra.