La serie fotografica Lettera a un’anima sola indaga il processo di abbandono psicologico che la società effettua su ciascun individuo. Protagonista metaforica della narrazione visiva è l’Anima Sola, secondo le leggende religiose e folkloristiche del Sud Italia, lo spirito di una persona che in vita fu vittima di un’ amore sfortunato tale da condurlo verso un cammino di sofferenza e di disperazione estrema culminante con il tragico esito di una morte raggiunta ad opera delle sue stesse mani. Porre fine alla propria vita non coincide col porre fine al dolore.
L’Anima Sola, infatti, continua a vagare nell’incertezza del Purgatorio dove chiede il perdono e attende il proprio riscatto in seguito alla presa di consapevolezza del proprio folle gesto giunta nell’attimo esatto del trapasso. A questo punto, due interrogativi si rendono necessari per arrivare a comprendere le dinamiche di questo percorso intimo e le motivazioni per cui l’esternazione dei sentimenti, degli stati d’animo e dei moti più profondi della sensibilità e della coscienza possano portare ad un finale così drammatico: Perché, in vita, l’Anima Sola si trova costretta ad abbandonare, oltre al proprio amore, anche la propria vita? Perché, in seguito al suo trapasso, si ritrova destinata al Purgatorio? Lettera a un’anima sola diventa, quindi, un cammino che intende condurre ad esaudire le risposte a queste domande. La riflessione portata avanti si concentra sulla ricerca delle piccole cose, quell’insieme di elementi all’apparenza banali, ma che nella realtà diventano il fondamento dell’identità di ogni individuo.
Così oggetti del quotidiano, situazioni a prima vista insignificanti e luoghi carichi di memorie e riflessioni, siano esse individuali o collettive, si elevano al nostro sguardo trasformandosi in tracce visive intime che vanno a delineare un cammino destinato a narrare una poesia senza parole. In questo contesto carico di stratificazioni e chiavi di lettura, la fotografia diventa una raccolta di reperti del vissuto che, insieme, vanno a creare un vero e proprio diario visivo dell’oggi e si pongono agli altri come metodo riflessivo alla vita. Ciò che deriva da questo viaggio intimista è una presa di coscienza chiara e semplice che, in una fusione temporale tra leggenda e realtà, ci dà prova che l’Anima Sola è ognuno di noi.
Lettera a un’anima sola, 2019. Fotografia digitale, stampa fine-art su carta cotone 300 gr montata su d-bond, 12×18 cm (cad).
Biografia
Giuseppe Loi nasce il 20 gennaio del 1994 a Tempio Pausania, dove vive e lavora. Ha conseguito la laurea triennale in Grafica d’Arte e Progettazione all’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari e, successivamente, la laurea specialistica in Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Tra le sue esposizioni personali ricordiamo: membrana a cura di Elena Calaresu, Galleria Siotto, Cagliari, 2020 e Sette giorni senza pelle a cura di Mario Saragato, M.E.O.C., Aggius, 2018. Tra le sue mostre collettive ricordiamo: A.BANDA fotografia in Sardegna a cura di Salvatore Ligios, MovetheBox, Villa Verde (OR), 2021; Incontro a cura di Elena Campus, Galleria d’Arte 27, Bosa (OR), 2021; ORGANICA a cura di Giannella Demuro (Ass. Tramedarte), Spazio CEDAP, Tempio Pausania (SS), 2021; Braeraklasse #5 IPER ESTERNO INTERNO a cura di Francesca Greco, Federica Mirabella e Lidia Bianchi, Careof, Milano, 2020; A.BANDA fotografia in Sardegna a cura di Salvatore Ligios, MovetheBox, Villa Verde (OR), 2020; Centrale Fotografia a cura di Luca Panaro e Marcello Sparaventi, Rocca Malatestiana, Fano, 2019; Dei nuovi confini della fotografia a cura di VIAFARINI, Fabbrica del Vapore, Milano, 2018; I’M-Material a cura del Collettivo CURL (Dipartimento DUMAS, UNISS), Istituto d’Arte “F. Figari”, Sassari, 2015